Seicento tra ragazze e ragazzi che frequentano le scuole pratesi, un’artista con gli staff educativi di tre musei sono i protagonisti di “una piccolissima rivoluzione”, un’azione del progetto Prato Comunità Educante, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato con l’obiettivo di prevenire il disagio giovanile e aiutare i ragazzi a crescere, combattendo povertà educativa e abbandono scolastico.
Dall’esperienza di “una piccolissima rivoluzione”, partita nel 2022 e che sta proseguendo, è nato una sorta di originalissimo volume, un manuale creativo con cinquanta buone pratiche, ed è stato realizzato anche un video che ha lo scopo di documentare e restituire con le immagini un’esperienza talvolta difficile da raccontare con le parole. Un’ esperienza che ha creato negli spazi museali opportunità di ascolto, riflessione, condivisione ma anche vere e proprie azioni collettive. Manuale e video sono stati presentati ieri pomeriggio al Museo di Palazzo Pretorio nel corso di un appuntamento organizzato per fare il punto sull’iniziativa. Con un nutrito gruppo di studenti hanno partecipato Manuela Fusi e Stefano Collicelli Cagol, direttori del Pretorio e del Centro Pecci, Massimo Mancini, consigliere vicario della Fondazione Cassa di Risparmio, l’artista Cristina Pancini, ispiratrice e animatrice del progetto – che è riuscita a mettere insieme arte e pedagogia – Irene Innocente, Francesca Serafini e Valentina Spinoso, responsabili dei dipartimenti educativi rispettivamente del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, del Museo del Tessuto e del Museo di Palazzo Pretorio. Con loro Simone Natali (Pane& Rose) e Simona Di Rubba (CieliAperti), coordinatori di Prato comunità Educante per conto della Fondazione Cassa di Risparmio.
“Siamo impegnati far diventare Prato Comunità Educante un progetto permanente a servizio della comunità pratese – ha messo in evidenza Mancini – i primi due anni sono stati caratterizzati da un grande lavoro di collaborazione tra partners che stanno facendo sempre più rete, per il prossimo triennio si profila la collaborazione, oltre che con Intesa San Paolo, con l’impresa sociale Con i bambini, realtà di rilevanza nazionale”.
Il percorso Una piccolissima rivoluzione nasce grazie all’incontro delle sezioni didattiche del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, del Museo del Tessuto, del Museo di Palazzo Pretorio e dell’artista Cristina Pancini con alcuni docenti e con studentesse e studenti del triennio delle scuole superiori di Prato. Nel progetto sono state fino ad ora coinvolte due scuole secondarie di primo grado, la Malaparte e la Ser Lapo Mazzei e diverse scuole superiori: gli istituti Cicognini – Rodari, Livi – Brunelleschi, Buzzi e il Liceo Scientifico Copernico. Hanno aderito alle azioni di progetto dedicate alle scuole un totale di 26 classi con circa 600 ragazze e ragazzi. L’intero progetto è partito dalle “urgenze” espresse dagli stessi giovani partecipanti ed è cresciuto con la volontà di trasformarle in un’occasione per riflettere insieme, utilizzando come risorsa le collezioni dei musei Cosa hanno chiesto i giovani pratesi? Di essere visti e di essere ascoltati, di liberarsi e ammorbidire le rigidità, di avere ragionevoli speranze per prendersi spazio, di conquistare uno sguardo politico per cambiare la realtà. Ognuna di queste esigenze è stata oggetto di attività di laboratorio nei musei ed è diventata una sezione del manuale. Tutto parte proprio dalle confessioni dei ragazzi all’artista Cristina Pancini. “Ci hanno raccontato – spiega Pancini – che a scuola convivono spesso con la sensazione che il tempo non basti mai, come se fossero perennemente in ritardo, che i loro sforzi sembrano indirizzati al voto, più che al piacere di imparare, che hanno paura di fallire e che qualsiasi cosa facciano non sembra mai abbastanza”.
“Il manuale raccoglie le esperienze di un progetto di pedagogia radicale, al alto potenziale trasformativo, che è riuscito a modificare le pratiche quotidiane delle persone che l’hanno finora incontrato”, spiegano Innocente, Serafini e Spinoso. “Una piccolissima rivoluzione, da subito, ha ribaltato i ruoli rendendo protagonisti attivi i giovani – dentro e fuori la scuola, in orario curricolare, extrascolastico ed estivo – facendo dei musei spazi di sperimentazione e di apprendimento informale, luoghi familiari per la comunità”, aggiungono le tre responsabili dei dipartimenti educativi. Obiettivo del progetto era anche quello di far sì che ragazze e ragazzi percepissero i musei come luoghi accoglienti, in ascolto. E così è stato: come hanno dimostrato i risultati di valutazione del progetto elaborati da Arcolab del Pin, e il rapporto tra rete museale e scuole si è decisamente rafforzato.