15 Ottobre 2024

Bimbo di 15 mesi in overdose di cocaina: assoluzione piena per la madre

La donna era accusata assieme al compagno di un secondo capo di imputazione: maltrattamenti in famiglia. Anche per questo è giunta l'assoluzione per entrambi


E’ stata assolta con formula piena dal Tribunale di Prato dall’accusa di aver provocato l’overdose di cocaina del figlio di 15 mesi. La donna, assistita dall’avvocato Andrea Marilli e dall’advogada Priscilla Lourencini, era a processo dopo che il figlio, nell’aprile del 2022, finì in ospedale per l’assunzione di modiche quantità di droga, riscontrate nelle analisi del sangue, che avrebbero potuto provocare serie conseguenze. Il bambino si ristabilì dopo le cure dei medici, ai quali la donna riferì che il figlio poteva aver inavvertitamente ingerito la sostanza stupefacente qualche sera prima durante una serata a casa di amici, sfuggendo ai genitori. Gli inquirenti, che ascoltarono in qualità di testimoni alcune persone vicine alla famiglia, ritennero invece che la droga potesse essere stata trasmessa al bambino attraverso l’allattamento. Da qui è scaturito il processo.

Nella loro arringa dinanzi ai giudici, gli avvocati difensori hanno sottolineato che la donna non ha mai assunto droghe e che a suo carico non è stato effettuato alcun esame tossicologico, così come non è mai stata rinvenuta droga nell’appartamento della coppia.
La donna, assieme al compagno, era a processo anche per un secondo capo di imputazione legato ai presunti maltrattamenti, per quanto ha riferito l’altra figlia, che all’epoca dei fatti aveva 11 anni. In audizione protetta dinanzi ad una psicologa, la bambina ha riferito delle continue liti dei genitori e di un clima familiare che pure in assenza di violenze fisiche avrebbe avuto conseguenze psicologiche negative per entrambi i minori, i quali da tempo sono seguiti dai servizi sociali e affidati ai nonni.
In aula, l’avvocato Andrea Marilli e l’advogada Priscilla Lourencini hanno fatto notare alcuni dettagli nelle parole della ragazza che potevano essere in qualche modo spia di un racconto non pienamente credibile.

Dopo una lunga camera di consiglio, ieri il Tribunale di Prato ha pronunciato sentenza di assoluzione per i due imputati da tutte le accuse “perché il fatto non sussiste”. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.