4 Ottobre 2024

Auto data alle fiamme e messaggio di morte con la bara: si indaga per estorsione

Il raid ha modalità di stampo mafioso: guarda le immagini dei due uomini che posizionano la bara e appiccano il fuoco alla vettura


Un episodio inquietante. Un avvertimento in pieno stile mafioso. L’attentato incendiario che la sera di martedi ha colpito l’auto di un imprenditore tessile cinese nel parcheggio del Wall Art aparment hotel, è un fatto su cui si staglia l’ombra della criminalità organizzata orientale. I fatti sono stati immortalati dalle telecamere di videosorveglianza del Wall Art. Nei due minuti del filmato, fra le 23,28 e le 23,30 si vedono due persone incappucciate e con indosso i guanti trasportare una bara di legno dal parcheggio fino all’ingresso degli appartamenti. I due, fuori dall’inquadratura delle telecamere, posizionano la foto dell’imprenditore sopra la bara e poco dopo si avvicinano alla sua auto e gli danno fuoco.

Nel video sotto le immagini salienti del blitz incendiario, preceduto dal collocamento della bara

Sul caso la Procura di Prato, guidata dal procuratore Luca Tescaroli, ha aperto un fascicolo per danneggiamento e per estorsione. Le indagini, affidate alla squadra mobile, cercheranno di identificare i responsabili dell’attentato ed eventuali mandanti del sinistro avvertimento. Il sospetto è che il messaggio all’imprenditore tessile cinese, che ha una ditta nella piana e interessi anche a Prato dove alloggiava in uno degli appartamenti del complesso di viale della Repubblica, sia il culmine di richieste estorsive. Già in passato all’interno della comunità cinese, la criminalità organizzata aveva imposto il pizzo ad alcuni imprenditori. Indagini passate hanno inoltre mostrato come il controllo di interi settori economici, quali quello delle grucce o della logistica e trasporto merci, sia conteso da gruppi pronti a ricorrere a metodi violenti – estorsioni, agguati, intimidazioni e incendi dolosi – messi in atto per regolare conti e colpire potenziali concorrenti. Uno dei fatti più eclatanti, a luglio scorso, fu l’incendio doloso del capannone di via Nottingham al Macrolotto, dove la Logistica Xin Shun Da, fu rasa al suolo in poche ore dalle fiamme. Il fuoco è stato utilizzato anche martedi per distruggere la macchina dell’imprenditore tessile parcheggiata in viale della Repubblica. E questa volta il messaggio è stato ancora più esplicito con l’utilizzo della bara, eloquente minaccia di morte.