4 Ottobre 2024

Rischio idrogeologico, i ristoratori dicono no alle chiusure precauzionali delle attività con le allerte meteo

Gei di Confcommercio: "Spetta alle istituzioni creare le condizioni affinché le nostre aziende possano restare aperte in sicurezza"


“Le attività della ristorazione pratese, così come ogni altro esercizio commerciale e come i cittadini stessi, non possono rimanere ostaggio delle allerte meteo, come è avvenuto di recente. Il cambiamento climatico è un fatto con il quale siamo chiamati a convivere: spetta alle istituzioni, ad ogni livello, creare le condizioni affinché le nostre aziende possano restare aperte in sicurezza”. A dirlo è il presidente di Fipe Confcommercio, Tommaso Gei. Il riferimento va agli episodi più recenti, che hanno visto le attività costrette a chiudere e a rinunciare alle prenotazioni ricevute, a causa di allerte che non hanno determinato rischi di alcun genere nel centro città.
“È chiaro – precisa Gei – che abbiamo tutti ancora in fondo agli occhi quello che è successo lo scorso novembre, ma la risposta da parte delle istituzioni deve necessariamente essere differente. Il tema è compiere le opere necessarie e le manutenzioni preventive affinché il rischio idrogeologico venga abbattuto. Il ricorso alla chiusura precauzionale ad ogni cambiamento meteorologico è una risposta non adeguata e dannosa per il nostro lavoro, che resta un diritto costituzionale. L’allerta che scatta in certe frazioni della provincia, peraltro, non può essere uniformata alla dinamica che vive il centro storico. Ormai dobbiamo abituarci a fenomeni sempre più intensi e repentini, gestendoli con serenità tramite l’impegno a monte di Governo, Regione ed enti locali”.
“Invece – prosegue Gei – ci pare che il paradigma venga invertito. Penso anche al tema dell’assicurazione obbligatoria per le attività, contro gli eventi calamitosi, di cui dobbiamo dotarci entro il 31 dicembre. Non ci opponiamo al ricorso a questa forma di tutela privata, a condizione però che le istituzioni garantiscano un’effettiva situazione di sicurezza per il territorio con le risorse che hanno a disposizione. Altrimenti lo scenario rischia di diventare quello dello scarico delle responsabilità. Le nostre città devono essere munite degli strumenti necessari per convivere con le sfide del tempo presente, compresa quella climatica, che è una delle principali. L’emergenza deve rimanere l’eccezione, non certo la regola”.