Lavoratori in protesta davanti al Tribunale: sono gli ex dipendenti di quello che era il colosso dell’edilizia del Gruppo Grassi, non più in attività dal 2013. Una trentina di loro è scesa in strada per ricevere garanzie sugli arretrati degli stipendi, che ancora non sono stati loro pagati. Di fronte ad una situazione debitoria, il Tribunale di Prato aveva accordato il concordato preventivo, che ha permesso alla ditta edile di andare avanti per due anni, appunto, fino al 2013. Due anni durante i quali i dipendenti – una settantina – hanno continuato a lavorare, con l’assicurazione che il concordato avrebbe salvaguardato le loro retribuzioni. Così non è stato: di fronte alle istanze di fallimento presentate da alcuni di loro e alle pressioni dei creditori, la ditta ha cessato l’attività e degli arretrati sulle mensilità nessuno ha saputo più niente.
Ascolta le voci di alcuni ex dipendenti della Grassi
Il curatore giudiziario fa sapere che la crisi persistente del settore immobiliare ha avuto come conseguenza la vendita dei vari rami d’azienda a cifre inferiori rispetto alle basi d’asta, con il risultato che le risorse ottenute per questa via non sono state sufficienti anche per ripagare il debito nei confronti dei lavoratori. La curatela specifica anche che a garanzia dell’omologa del concordato, la famiglia Grassi ha portato un terreno a Poggio a Caiano, sul quale c’è un progetto di insediamento di immobili civili. Venduto quello, saranno pagati anche i dipendenti privilegiati con il concordato.
Lucrezia Sandri
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