5 Maggio 2011

In Val di Bisenzio è iniziata la “lotta” al cinipide del castagno


Avviata in Val di Bisenzio la diffusione del “Torymus sinensis” (nella foto), il parassitoide antagonista che avrà il compito di limitare la diffusione del cinipide del castagno, il pericoloso insetto che sta creando ingenti danni alla crescita delle piante e alla loro produzione di frutti. Il territorio valbisentino, infatti, è stato inserito dalla Regione Toscana fra i 15 nuovi siti che sperimentano l’azione dell’antagonista. Ieri è stato effettuato il primo lancio di prova del parassitoide all’interno di un castagneto di Migliana, individuato come idoneo da parte degli esperti regionali, dopo vari e attenti sopralluoghi. L’esito di questa sperimentazione si avrà soltanto nel febbraio-marzo del 2012. Il cinipide del castagno ha ormai una larga diffusione sull’intera valle e crea notevoli difficoltà ai castanicoltori che, da tempo, chiedono aiuti concreti e interventi. La Comunità Montana Val di Bisenzio ha ascoltato queste richieste e si è mossa nei confronti della Regione Toscana per far sì che anche questo territorio potesse, al pari di altri, sperimentare l’azione del parassitoide. Il fatto che si sia concretizzato il rilascio di questo insetto è stato motivo di soddisfazione e di vero successo.  “Ci siamo impegnati a fondo affinché anche la Val di Bisenzio potesse essere inserita tra i siti di rilascio del Torymus sinensis – ha spiegato il presidente Marco Ciani – Il fenomeno del cinipide sta colpendo tutte le zone ed è molto sentito dai produttori. Nel corso di questi mesi abbiamo lavorato per andare incontro alle loro numerose segnalazioni. Ora speriamo davvero di poter, quanto prima, ottenere risultati positivi”. Nel 2012 potrà essere fatto un primo controllo e se il parassitoide troverà il luogo giusto per svilupparsi, in tre-quattro anni si potrà arrivare alla riduzione, o all’eliminazione completa, dei danni sui castagni. “Il nostro obiettivo è quello di arrivare ad una diffusione capillare del parassitoide fra i castagneti della valle affinché, attraverso di esso, possa essere ristabilito l’equilibrio naturale tra il numero dei cinipidi e dei Torymus – ha commentato Luca Maccelli, responsabile per la Comunità Montana delle attività agricole – La presenza del parassita fino ad un 10-15% non sembra essere dannosa e, in qualunque caso, le piante non muoiono”.