Ammonta a 350mila euro il finanziamento ministeriale ottenuto dal Comune di Prato, arrivato primo – su 74 Comuni ed Enti partecipanti – al bando del Ministero dell’Interno dedicato ai progetti per l’inclusione di richiedenti e titolari di protezione internazionale.
Nello specifico, l’avviso del bando in questione è finalizzato alla distribuzione dei fondi Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione) e serve a favorire l’autonomia degli stranieri già titolari di protezione internazionale che appartengono alla rete Sai (Sistema di accoglienza e integrazione).
Il Comune di Prato è stato tra i primi in Italia ad adottare un modello di “accoglienza diffusa” sistemando 100 rifugiati in una serie di abitazioni distribuite sul territorio cittadino, evitando così la creazione dei grandi centri di accoglienza che spesso si vedono in cronaca. Grazie ai 350mila euro che il Comune è riuscito ad ottenere, queste persone avranno la possibilità di uscire dal progetto Sai rendendosi così più autonome e creando un duplice vantaggio: da una parte avranno meno bisogno dei servizi di assistenza nel loro percorso di integrazione e dall’altra è favorito il turnover del circuito Sai, che potrà così accogliere altre persone a cui è stato riconosciuto lo stesso status.
Inoltre, una parte importante del progetto realizzato dall’ufficio Immigrazione del Comune è la sperimentazione di “Abitare supportato” per sostenere, con il contributo del centro di salute mentale dell’ASL Toscana Centro, quattro persone di origine africana – delle 100 sopracitate – che presentano un disagio mentale.
“Il Comune di Prato – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali e dell’Immigrazione Sandro Malucchi – arricchisce il proprio Sistema di Accoglienza e Integrazione con una nuova esperienza progettuale, quella che intende promuovere l’autonomia socio-abitativa, per almeno ventiquattro mesi a cento titolari di protezione internazionale. La solerzia con cui l’ufficio immigrazione comunale ha reperito 350.000 euro, classificandosi primo tra i settantaquattro partecipanti all’avviso ministeriale, comporta un servizio più articolato per le persone che rischiano la vita nel Paese di origine. Quindi, oltre a raggiungere obiettivi umanitari e civili, il finanziamento del Governo, ci consentirà di alzare il livello dell’accoglienza nel nostro territorio, migliorando i processi inclusivi e di progressiva autonomia personale”.