Stefano Guerra ucciso dalla puntura di un’ape. Era fra i più amati calciatori del Prato
Sei stagioni in biancazzurro tormentate dagli infortuni. Abitava a Reggio Emiilia
Stefano Guerra, uno dei calciatori più amati dai tifosi del Prato negli anni ’80 e ’90 ha perso la vita in seguito alla puntura di un’ape. L’episodio è avvenuto venerdi scorso a Reggio Emilia, dove Guerra abitava con la famiglia. La puntura ha provocato uno shock anafilattico sfociato, martedì, nell’ infarto fatale. Guerra, che aveva 62 anni, già in passato era stato punto da un insetto, cavandosela con difficoltà. Consapevole del rischio che stava correndo, appena rincasato dopo il contatto con l’ape, aveva cercato di praticarsi un’iniezione, senza successo, come riporta La Gazzetta di Reggio. Quindi aveva chiesto soccorso ai vicini, con arrivo dell’ambulanza.
Stefano Guerra era nato a Verona, dove aveva iniziato la carriera di difensore esterno destro, proseguita nel Lanerossi Vicenza. A Prato arrivò nel 1984-85, nella rosa della squadra che Maurizio Bruno guidò al ritorno in C1 vincendo il mitico spareggio di Modena contro l’Alessandria.
Difensore tecnico e corretto, Guerra restò al Prato fino al 1987-88, sempre in C1, allenato, nel corso delle stagioni, da Pippo Marchioro, Corrado Orrico e Piero Lenzi. Un infortunio (fattura di tibia e perone) con ricaduta lo tenne a lungo lontano dai campi. Stefano non si perse d’animo, sottoponendosi a faticosi recuperi e mettendosi in luce per doti umane. Educatissimo in campo e fuori, si esprimeva con un eloquio sobrio e corretto, non comune, fra gli sportivi. Nel 1988-89 Pippo Marchioro, ricordando le doti espresse nell’85-86 al Prato, lo volle colonna della Reggiana che tornò in serie B, proprio a spese del Prato diretto da Giovanni Meregalli, finito al terzo posto. All’ultima giornata il Prato fu battuto per 2-0 al Mirabello di Reggio, coi gol di D’Adderio e Rabitti. Furono un’annata e una giornata comunque storiche per i colori biancazzurri, mai così vicini alla promozione in B da quando lasciarono la serie cadetta nel 1964. La delusione delle migliaia di pratesi presenti a Reggio non fu mitigata dalla militanza nella Reggiana dai rimpianti ex Marchioro e Guerra.
Una recente immagine di Stefano Guerra
Quest’ultimo tornò in biancazzurro nel 1991 per due stagioni in C2 sotto la guida di prima di Luigi Mascalaito, poi di Roberto Bicchierai, che guidò il ritorno in C1. In tutto, Stefano Guerra collezionò 112 presenze nel Prato in un decennio di gioie e illusioni, amarezze ed abissi.
In un comunicato il Prato calcio ricorda il contributo offerto in un campo e fuori da Stefano Guerra, del quale si sottolineano le doti umane che nessuno ha dimenticato.
A Reggio nel 1989 Guerra non trovò solo la squadra alla quale avrebbe legato vita e carriera. Trovò pure l’amore di Patrizia con la quale ebbe una figlia, lasciando il calcio per dedicarsi al lavoro in banca e al volontariato, ambito in cui dette concretezza alle doti umane rivelate fin da giovanissimo a Prato. Proprio mentre stava risalendo sullo scooter al termine del turno alla Croce verde, dove si occupava di assistenza ad anziani e invalidi, Guerra è stato punto dall’ape. Un addio perfettamente coerente con la vita di un uomo tanto generoso, quanto sfortunato.