Dalla stima degli impatti in fase di cantiere ad un’analisi dettagliata dell’incidenza dei tumori nelle popolazioni comunali interessate dall’ampliamento dell’aeroporto di Peretola: sono solo alcune tra le integrazioni che la commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente ha richiesto ad Enac, l’ente nazionale per l’aviazione, in merito all’istruttoria di Via per il potenziamento dello scalo fiorentino. Un documento di 18 pagine in cui sono descritti per paragrafi tutti gli ambiti in cui il proponente, ossia Toscana Aeroporti, è chiamato ad effettuare i nuovi approfondimenti. Prima di tutto l’aspetto idrogeologico: la commissione ministeriale chiede che sia presentata una “relazione idrogeologica esaustiva e sintomatica della circolazione idrica sotterranea dell’area”, da integrare con opportuni test idraulici, per scongiurare potenziali contaminazioni in fase di lavori e interferenze con le acque superficiali. Nel documento si dice che il proponente prevede la costruzione del nuovo terminal “senza riportare opere di mitigazione adeguate”, ovvero “opere di deimpermealizzazione e ripristino” del suolo consumato. C’è poi tutto il capitolo dedicato, appunto, alle ricadute sui terreni: il Ministero chiede di approfondire la valutazione dell’impatto dell’opera sul patrimonio agro-alimentare di un’area dedicata a molteplici produzioni a indicazione geografica (Igp e Dop). Non solo: si chiede di rispettare gli obiettivi contenuti nel “Piano territoriale del parco agricolo della piana”, cioè la garanzia di mantenimento delle aree agricole e di valore naturalistico, dell’habitat con le sue popolazioni floristiche e faunistiche e il miglioramento della biodiversità. “A tale proposito – si legge nel documento firmato dalla commissione ministeriale – si chiede di definire con maggior dettaglio i criteri che abbiano portato a definire come ‘positiva’ una progettazione di ampliamento aeroportuale che, viceversa, comporta non solo sottrazione di suolo agricolo, con perdita di colture seminative, arboree e e vigneti per sostituirlo con suolo impermeabilizzato, ma anche alterazione significativa dell’ecologia dei luoghi in esame”. Tra gli approfondimenti richiesti c’è l’elaborazione di un elenco delle specie vegetali vulnerabili, uno studio sulla capacità di resilienza dell’ecosistema interferito dall’opera e un’analisi del cumulo dei rumori (veicolare e aereo) sull’avifauna. Si chiede, inoltre, di analizzare i potenziali impatti della nuova pista sui fenomeni di birdstrike.
Richiesto anche un approfondimento dei “profili di salute” della popolazione interessata dall’infrastruttura, in uno studio che “riguardi almeno gli esiti di mortalità e ricovero e l’incidenza per l’insieme dei tumori delle popolazioni comunali interessate dall’opera”.
Infine, la fase di cantiere: viene richiesto di stimare gli impatti indotti dal traffico di cantiere riportando la stima delle emissioni di gas di scarico dei mezzi di trasporto dei materiali, i flussi di traffico generati dai cantieri e la stima delle ricadute a scala locale degli inquinanti emessi dai mezzi pesanti, analizzando a parte l’impatto acustico prodotto dalla viabilità aerea, attuale e in riferimento al 2035, per la quale sono richieste eventuali misure di contenimento, anche in accordo con i gestori delle infrastrutture stradali e ferroviarie.