5 Luglio 2024

In classe come in tribunale: studenti diventano giudici, avvocati e imputat

Il progetto "Io ci credo" della Pamat per contrastare il cyberbullismo e conoscere la Costituzione. Coinvolti oltre 400 studenti e - per la prima volta - anche i genitori


Pamat, l’associazione attiva da oltre trent’anni per la prevenzione e il contrasto dell’abuso sui minori, continua a essere in prima linea per far conoscere i principi e i diritti tutelati dalla Costituzione, promuovere l’uso consapevole dei social network e combattere il cyberbullismo. Lo fa, in particolare, attraverso il progetto “Io ci credo”, dedicato ai ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado del territorio pratese. Quest’anno hanno partecipato al progetto quattro istituti con oltre 400 tra studenti e studentesse. Per la prima volta sono stati coinvolti anche i genitori con alcuni incontri informativi sull’uso dei social network allo scopo di favorire un’“educazione digitale”. Significativa l’adesione del Comprensivo Statale “Filippo Mazzei” di Poggio a Caiano che ha visto la partecipazione di oltre 150 ragazzi delle sette classi di terza media.

In alcuni casi gli spazi delle classi sono diventate aule di tribunale dove ragazze e ragazzi si sono trasformati in giudici, avvocati e pure imputati in processi simulati, molto vicini alla realtà. Come le classi terze delle sezioni C e G dell’Istituto Mazzei, con le insegnanti Francesca Capecchi ed Elisabetta Celotto, che sono state impegnate con la simulazione di processo penale dedicato a una singolare vicenda di diffamazione online. In entrambi i casi il processo si è concluso con la condanna dell’imputato.

Un drappello di avvocati- volontari di Pamat si è impegnato in diverse scuole. Del gruppo fanno parte Andrea Di Gregorio, Elena Casavecchi, Michele Verrucchi, Francesca Sbragia,
Annalisa Ballerini, Irene Cecchi, Carlo Ciabatti, Maria Lucarini e Stefano Nanni. Il progetto “Io ci credo” ha uno schema ormai consolidato. È previsto un primo incontro, una sorta di lezione frontale, riguarda i principi fondamentali e i diritti di libertà tutelati dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo. In questa fase viene affrontato anche il tema dell’uso corretto e consapevole dei social network, puntando i riflettori su bullismo e cyberbullismo.

Si passa poi all’avvincente fase di laboratorio – preceduta da un incontro propedeutico sui principi generali del processo penale – che viene dedicata alla simulazione di un caso
giudiziario di diffamazione online realmente accaduto. Un’esperienza molto diretta che appassiona ragazze e ragazzi e ha il potere di accrescere la loro conoscenza giuridica e la
consapevolezza rispetto all’uso dei social network.