22 Giugno 2024

Il Comune di Prato si conferma buon pagatore: fatture saldate 5 giorni prima della scadenza

La Cgia di Mestre ha monitorato l'indice di tempestività dei pagamenti dei Comuni e delle Regioni italiane


Il Comune di Prato si conferma tra quelli virtuosi per il pagamento tempestivo dei propri fornitori. L’indagine della Cgia di Mestre colloca l’amministrazione pratese al 64° posto su 110 comuni capoluogo italiani. Nel 2023 a Prato, in media il Comune ha pagato le fatture con 5,88 giorni di anticipo rispetto alle scadenze, mantenendo un trend costante negli ultimi anni. L’indicatore di tempestività dei pagamenti è dunque buono (e nel primo trimestre 2024 è ulteriormente migliorato con un anticipo medio di quasi 13 giorni) così come in altri 77 comuni capoluogo italiani: a guidare la graduatoria nazionale è Palermo con un indicatore super di 65,48 giorni di anticipo sulla scadenza delle fatture. Grosseto è seconda in Italia con circa 22 giorni di anticipo; in Toscana molto bene anche Lucca (18 giorni), Pistoia e Siena (17), ma tutti i comuni capoluogo di provincia toscani sono virtuosi, così come la maggior parte delle amministrazioni del centro-nord Italia rispettano i tempi di scadenza delle fatture, che per gli enti pubblici nei confronti di aziende private sono in genere fissati in 30 giorni (60 per alcune tipologie di forniture, in particolare quelle sanitarie).
Secondo la rilevazione della Cgia di Mestre i comuni tardivi pagatori sono quelli del Mezzogiorno, con Napoli in testa: 143 giorni medi di ritardo, seguita da Andria (89 giorni), Chieti (61) e Reggio Calabria (61).
Fra le Regioni, ottime le performance della Toscana che paga le imprese con 26 giorni di anticipo, terzo migliore indicatore di tempestività dei pagamenti fra le 21 regioni e province autonome italiane.
La Cgia di Mestre sottolinea tuttavia che i debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni italiane sono stabili attorno a 50 miliardi di euro, che 9 ministeri su 15 non rispettano le norme sui tempi di pagamento. E che talora, come denunciato dalla Corte dei Conti, alcune prassi vengono adottate per aggirare le disposizioni di legge come richiedere l’emissione della fattura solo quando l’amministrazione dispone dei soldi per liquidarla.