Cenni reclama gli 800 ettari “sottratti” dalla Regione
“Se il Parco della Piana deve essere solo un laccio per Prato e il mezzo col quale combattere battaglie politiche o affermare nuovi interessi fiorentini, sono pronto a calarmi l’elmetto sulla testa e ad andare in trincea. Prato, fino ad oggi, è stata fin troppo sacrificata e danneggiata, non accetteremo che si continui su questa strada” . Sono le parole dette dal sindaco di Prato Roberto Cenni ieri sera nel coorso dell’appuntamento di Prato Incontra dedicato alla variante del Pit. “Gli 800 ettari di terreni, in vari e precisi punti strategici, che sono stati indebitamente congelati con la variante al Pit, devono rimanere nelle disponibilità della città. Prato deve rimanere in possesso della capacità di gestire autonomamente il proprio futuro urbanistico e agire così sulla proprie potenzialità di sviluppo”. Ha aggiunto Cenni.
Il sindaco è tornato di nuovo a reclamare gli 800 ettari che la Giunta regionale ha vincolato sotto la voce salvaguardia, sottraendoli di fatto alla gestione del Comune per i prossimi 2-3 anni.
“Quegli 800 ettari servono a Prato, ma non per una edificazione selvaggia come qualcuno insinua, bensì per opere di perequazione che interessano non più di 60 ettari – ha spiegato il sindaco- in sostanza servono per spostare aree coperte che intendiamo eliminare dalle zone che risultano particolarmente soffocate dal cemento”. “Nelle nostre intenzioni, il Macrolotto 0 avrà in futuro il 50 per cento in meno di aree coperte, ma è chiaro che per arrivare a questo, il Comune deve garantire alternative per gli spostamenti e i trasferimenti. Non solo: nei prossimi anni ci troveremo a fare i conti con duemila sfratti, e i nostri alloggi popolari sono appena 1.400 a fronte dei 6mila di Pistoia e degli 11mila di Livorno. Ecco, una parte di quegli ettari servono a costruire abitazioni sociali” ha aggiunto Cenni.