Dopo sei anni di lavori e 14,4 milioni di euro investiti – ripartiti equamente tra Regione e Comune – la “navicella” progettata da Maurice Nio è pronta a decollare. Domenica prossima, 16 ottobre, il Centro Pecci, festeggerà il nuovo corso e i raddoppiati spazi espositivi con la mostra inaugurale “La fine del mondo”, a cura del direttore del museo Fabio Cavallucci.
Il vecchio Pecci – il complesso di Italo Gamberini, è stato riportato a nuovo: eliminate le parti arrugginite, e rimbiancati interni ed esterni, ma alcuni locali resteranno chiusi al pubblico in attesa della fine dei lavori. Anche il bar bistrot avrà bisogno di altre settimane prima di essere pronto: domenica il servizio bar sarà assicurato dal ristorante preso in gestione dallo chef Angiolo Barni.
Se all’esterno proseguono a grande ritmo i lavori per la sistemazione dell’area verde e per l’auditorium che diventerà anche sala cinematografica, all’interno del museo fervono gli allestimenti delle opere. Oltre 50, provenienti da tutto il mondo, gli artisti che hanno portato la loro visione della fine del mondo e la testimonianza sul senso di incertezza e inquietudine che pervade il nostro tempo: dai 99 lupi in branco che si infrangono contro una parete di vetro di Cai Guo Qiang, all’installazione Break Through dell’artista svizzero Thomas Hirschhorn: uno sfondamento da cui cadono i cascami di un’altra dimensione.
E in un’altra dimensione ci fa entrare un’altra opera che ripercorre a ritroso epoche e tecniche costruttive dell’uomo.
Guarda nel servizio alcune delle opere de La fine del mondo, durante gli ultimi preparativi dell’allestimento.
Commenti