4 Ottobre 2016

Espropri terza corsia autostrada, i 5 Stelle: “La Regione chieda la proroga dei termini per le obiezioni dei cittadini”


Il Movimento 5 Stelle porta in Regione Toscana il caso espropri per la terza corsia dell’A11 Firenze-Pistoia. Il 16 settembre sono scaduti i termini per le obiezioni dei proprietari e molti di questi, insieme alle amministrazioni coinvolte, non hanno ricevuto sufficiente informazione prima della scadenza. I pentastellati hanno così presentato un’interrogazione a firma Giacomo Giannarelli, consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio, affinchè la Regione chieda una proproga dei termini per presentare le obiezioni agli espropri.

“Autostrade per l’Italia spa è delegata da ANAS per gli espropri e con un blitz estivo ha scelto agosto per fare i propri interessi e avviare l’iter – scrive Giannarelli – Le è bastato pagare qualche spazio, spesso ignorato dai lettori, su due quotidiani, depositare la lista espropri presso le amministrazioni comunali interessate e pubblicare il tutto sul sito della Regione per arrivare al 16 settembre con pochissime obiezioni protocollate dagli interessati. Una furbata, legittima, sulla pelle però di persone cui si toglie così la casa di residenza o il capannone col quale si sostiene la famiglia”.

“La Regione Toscana, che mette l’opera nel suo Piano Regionale di Sviluppo – prosegue il consigliere del Movimento 5 Stelle – dovrebbe chiedere più rispetto per questi cittadini e per gli amministratori che, per loro stessa ammissione, sono stati spiazzati da questa accelerazione strategica di Autostrade per l’Italia. Rossi chieda almeno la proroga dei termini per le obiezioni agli espropri. Fossimo stati noi al governo regionale non ci sarebbe stato bisogno, perché per noi la terza corsia dell’A11 come della A1 sono opere inutili e dannose, come rilevò a suo tempo il Prof. Ponti del Politecnico di Milano. Le avremmo fermate perché la mobilità in Europa viaggia su piani integrati e riduzione del traffico su gomma. Mentre il PD è rimasto anche in questo a concezioni da dopoguerra” conclude Giannarelli.