3 Maggio 2024

Tre anni fa la morte di Luana D’Orazio, il Comune di Montemurlo le intitolerà una strada

Lo ha detto il sindaco Calamai nell'anniversario della morte della giovane operaia. Stesso giorno in cui per tradizione Montemurlo celebra la Festa della Croce


Intitolare una strada a Luana D’Orazio, la 22enne stritolata dall’orditoio a cui era addetta il 3 maggio del 2021 a Oste. E’ quanto intede fare il Comune di Montemurlo in accordo con la famiglia della giovane mamma. Ad annunciarlo è stato il sindaco Simone Calamai nell’anniversario della morte di Luana. Stesso giorno in cui per tradizione Montemurlo celebra la festa patronale della Croce. “Questa è una festa importantissima per Montemurlo, un simbolo ma anche un modo per pensare al futuro e alle necessità di una comunità – ha sottolineato Calamai -. Soprattutto oggi è un giorno legato a una tragica ricorrenza, la morte della giovane Luana sul suo posto di lavoro. Con la famiglia stiamo pensando, non appena sarà possibile, di intitolare a Luana una strada o comunque un luogo pubblico della città, affinché si possa riflettere sulla tragedia delle morti sul lavoro. Un’intitolazione che vuol essere un modo per continuare a chiedere maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro e il rispetto delle regole a tutela della vita delle persone”. Nel giorno della Santa Croce quello della sicurezza sul lavoro è l’impegno della comunità montemurlese che guarda al futuro con speranza.

Una festa quella della Croce, importante per la tradizione e per i sentimenti di tutta la comunità. La Croce è infatti un simbolo e occasione di riflessione per pensare al futuro, alle necessità della comunità e alla pace nel mondo. In tanti anche quest’anno hanno voluto partecipare alla tradizionale processione: la piccola croce astile in lamina d’argento, risalente al XIV, ha infatti lasciato la teca sopra l’altare maggiore della pieve di San Giovanni Decollato alla Rocca dove di solito è custodita, ed è stata portata in processione scortata da due carabinieri della locale Tenenza in alta uniforme e dai custodi della Croce con i tradizionali abiti rossi e bianchi. La musica della Filarmonica Giuseppe Verdi ha accompagnato lungo tutto il percorso la processione, mentre le celebrazioni religiose sono state guidate da don Gianni Gasperini, da don Jarek della parrocchia di Fornacelle, da don Gildas della chiesa di Bagnolo e da don Roland. A seguire il gonfalone del Comune di Montemurlo con il sindaco, gli assessori della giunta, dalla comandante della polizia municipale Enrica Cappelli e da quello della Tenenza dei Carabinieri, Quintino Preite. Tante le persone che hanno seguito la croce lungo il percorso che dalla piazza della Rocca è scesa in località Morecci ed ha attraversato le strade della vecchia Montemurlo fino al tabernacolo del Campo Santo, luogo, secondo la tradizione, del miracoloso ritrovamento dopo il trafugamento dalla Pieve di Rocca.

Il parroco di Fornacelle, Don Jarek, ha invitato tutti, sotto il segno della Santa Croce, a pregare per la pace nel mondo:«La festa della Croce rappresenta un simbolo di salvezza e di pace in un tempo martoriato da guerre e violenze, dall’Ucraina al Medio Oriente. Da sempre la Croce per i montemurlesi, quelli di ieri e quelli arrivati negli ultimi cinquant’anni, è simbolo di unità, di salvezza e di resurrezione e vita nuova. Un simbolo di amore che ci invita tutti a pregare per la pace nel mondo».

La Santa Croce di Montemurlo rimarrà fino a domenica 5 maggio alla chiesa del Sacro Cuore e poi sarà riportata in processione alla Pieve di San Giovanni Decollato dove solitamente è custodita. La tradizione vuole che la Croce di Montemurlo nel 1326 fosse trafugata dalla chiesa della Rocca e rinvenuta da un contadino qualche giorno dopo in un campo vicino al torrente Agna. I ladri in fuga verso Pistoia, dice la storia, che l’avessero nascosta nel campo, poiché non riuscivano ad attraversare il piccolo torrente che diventava impetuoso ogni volta che i malviventi lo cercavano di guadare. Da quel momento i montemurlesi hanno sempre avuto una profonda devozione per la Croce, ricorrendo a lei e portandola in processione in occasione di calamità naturali, di siccità, di carestie, di epidemie.