19 Novembre 2015

“Troppi tumori tra Fontanelle e Paperino”: il comitato cittadino installa tre centraline per la misurazione delle emissioni di Gida FOTO


“L’impianto di incenerimento fanghi industriali Gida a Baciacavallo emette sostanze che stanno nuocendo gravemente alla salute dei cittadini della zona, andando ad aumentare la percentuale di casi di tumore al polmone e al seno nella zona Fontanelle-Paperino”. A sostenerlo è il comitato cittadino “Difendiamo la nostra salute” si è costituito poco prima dell’estate. Gida ha sempre sostenuto che i dati emersi dalle indagini dell’Ispo, l’Istituto Superiore di Prevenzione Oncologica – le quali evidenziavano nel 2013 un effettivo incremento dei tumori al polmone nella zona prossima all’impianto – non sono attendibili perché non tenevano conto della propensione al fumo del campione indagato. Il Comitato ha dunque deciso di fare da sé e i cittadini che vi partecipano hanno acquistato a spese proprie delle centraline che captano nell’aria le molecole pm 2,5, numero che fa riferimento alla dimensione delle particelle presente nei fumi emessi dal termovalorizzatore, pericolosissime perché non metabolizzabili dall’organismo umano. “Si tratta di tre centraline” spiega Francesco Bellini, ingegnere del Comitato “posizionate tra Fontanelle, Paperino e San Giorgio a Colonica, ruotano intorno all’epicentro che è l’inceneritore di Baciacavallo. Sono attive da due mesi e daranno i primi risultati entro febbraio. Rilevano in continuo, ogni trenta secondi compresa la notte e sono dotate di un anemometro che permette di rilevare anche da dove giungano le particelle”. Il comitato porta avanti le proprie rivendicazioni in particolare facendosi forte di alcuni studi che sono stati effettuati nel tempo riguardo all’area prossima a Gida: uno studio svolto nel 1998 dal professor Biggeri dell’Università di Firenze che ha dimostrato come lì ci sia una incidenza di tumori nettamente maggiore rispetto alle altre zone di Prato; una ricerca svolta dal’Istituto Buzzi nel 2006 che ha rivelato concentrazioni di metalli pesanti nei campioni di terra ivi prelevati per cui le prime abitazioni dovrebbero trovarsi a 3 km dall’impianto e non a 50 metri e un’altra indagine commissionata dall’associazione Vita Ambiente Salute nel 2013 ad un centro di analisi del Nord Italia che ha trovato nel 100% dei campioni analizzati di polli ruspanti della zona contaminati da diossine e furani. “Con queste centraline si spera di avere conferma di tutta questa serie di studi” commenta Pierpaolo Dettori, presidente del Comitato “e anche dei recenti dati di Arpat su un’aiuola in zona Palasaccio a pochi metri da Gida, trovata piena di diossine e poi considerata zona industriale, così da poter consentire tali pericolose presenze, e non residenziale, quale invece essa è. Se tutto ciò venisse confermato, ci rivolgeremo alla magistratura”.

Lucrezia Sandri