E’ diventato un caso l’installazione di reti per ostruire l’accesso ad 8 nidi di rondine in un sottotetto di un condominio di via della Gualchiera a Prato. L’iniziativa di un condomino, che ha agito lo scorso gennaio per evitare il ritorno dei volatili e delle loro deiezioni in corrispondenza di alcune finestre, non è stata condivisa da altri residenti del palazzo che hanno presentato esposti. Ne è scaturita una diffida a rimuovere le reti emessa dal Comune di Prato ed una successiva sanzione amministrativa da parte della polizia provinciale. Ma anche una raccolta firme promossa dalla Lav, che in pochi giorni ha raccolto 22.000 sottoscrizioni, per chiedere al Comune di emettere un’ordinanza “che vieti a chiunque di impedire l’accesso ai nidi di rondine con qualsiasi strumento e mezzo, come già avviene in diversi comuni toscani”. La richiesta deriva dal fatto che sul punto, il regolamento comunale di tutela degli animali non è così esplicito. All’articolo 9 del testo, infatti, si specifica che “è vietata a chiunque la distruzione dei nidi di Rondine, Balestrucci, Rondoni e Topini” e che “in caso di restauri o ristrutturazioni, possono essere concesse deroghe solo al di fuori del periodo di nidificazione, ovverosia tra il 15 settembre e il 15 febbraio, previa autorizzazione degli uffici competenti ed a fronte della compensazione obbligatoria con nidi artificiali”.
Si parla dunque di distruzione e non di interclusione dei nidi tramite dissuasori o reti. Sulla vicenda, lo Studio Amendola, che amministra il condominio in questione e che è stato tirato in ballo dalla Lav, precisa di aver esaminato la normativa su richiesta del singolo condomino e di aver ricevuto rassicurazioni telefoniche dalla polizia municipale di Prato sulla liceità dell’installazione dei dissuasori entro il 15 di febbraio. “Ci siamo limitati a girare le informazioni al condomino che ce le aveva richieste, ma non abbiamo incaricato nessuna ditta di installare le reti” tengono a precisare dallo Studio Amendola.
Peraltro lo stesso comandante della polizia provinciale Michele Pellegrini, dopo che il caso è stato sollevato, ha espresso da parte sua un orientamento che non riteneva censurabile nel caso di specie l’installazione delle reti.
Anche sulla scorta di questo, il condomino si è opposto alla diffida del Comune di Prato impugnando la sanzione; sul caso nei prossimi giorni si terrà una sorta di “udienza” presso gli uffici comunali per trovare una soluzione.
La questione vede contrapposte le istanze di chi vuole tutelare il diritto al godimento della sua proprietà e lamenta problemi igienici e di decoro e chi invece amando gli animali e avendone a cuore la tutela è pronto a fronteggiare alcuni disagi attraverso altri tipi di accorgimenti. I primi sottolineano che sullo stesso condominio, in altri punti del sottotetto, sono presenti circa altri 20 nidi di rondine che sono rimasti di libero accesso per i volatili.
I secondi rimarcano che esistono sistemi per raccogliere le deiezioni dei volatili, attraverso dei tappetini da porre in corrispondenza dei nidi.
Di seguito la posizione della Lav di Prato: “Le rondini – afferma Cristiano Giannessi, responsabile Lav di Prato – sono animali protetti così come i loro nidi. La legge ne vieta la distruzione ed il danneggiamento. Danneggiamento che deve essere inteso non solo come azione diretta di distruzione, ma anche come volontà di rendere inservibile in tutto o in parte un qualcosa. Quindi, come in questo caso, il rendere inidoneo qualcosa (il nido) a svolgere la propria funzione senza tuttavia distruggerlo. La città di Prato, vincitrice del premio come città amica degli animali, ha oggi l’opportunità di diventare città amica delle rondini come avvenuto per esempio a Belluno dove, l’Amministrazione comunale in collaborazione con la Polizia Provinciale e le associazioni protezionistiche, ha valorizzato la presenza delle rondini e dei propri nidi installando appositi tappetini sotto i nidi ed appendendo artisticamente degli ombrelli.
Le rondini sono molto importanti per l’ecosistema locale. Fanno sempre ritorno al loro nido ma, questa volta, le aspetterà una brutta sorpresa! Rimarranno intrappolate nelle reti nel tentativo di entrare morendo tra atroci sofferenze. Faremo di tutto perchè ciò non accada e, se dovesse accadere, riterremo responsabile di ciò anche chi avrebbe potuto impedirlo ma non lo ha fatto. Le rondini e i loro nidi vanno valorizzati, non distrutti.”
Il comandante della polizia provinciale Michele Pellegrini con una nota ha voluto specificare ulteriormente la questione: “Le reti sono state installate nel mese di gennaio senza alcuna autorizzazione preventiva da parte nostra. E’ emerso dai nostri accertamenti che la richiesta di autorizzazione è stata presentata solo a febbraio, quindi dopo l’installazione delle reti. Questo è un punto fondamentale da sottolineare, poiché non è stata concessa alcuna autorizzazione formale da parte nostra. Successivamente, abbiamo ricevuto diverse segnalazioni e abbiamo espresso il nostro parere in merito, come fatto anche dalla Polizia Municipale e dai Carabinieri forestali – spiega il comandante – In considerazione al fatto che la normativa vieta la distruzione dei nidi di rondine – mentre nel caso specifico i nidi non sono stati distrutti ma resi inaccessibili tramite le reti – prima di procedere alla sanzione ho chiesto un parere formale al Comune di Prato, in quanto rientra nella sua competenza il Regolamento per il benessere e la tutela degli animali. Abbiamo esposto la situazione e chiesto un parere sull’applicazione della sanzione e sulla sua regolarità, sulla base del regolamento. Il Comune ha così espresso una diffida per la rimozione delle reti, di conseguenza abbiamo proceduto con il verbale e la relativa sanzione.
Va precisato che le reti sono state posizionate solo su un numero limitato (5-6) di nidi, mentre nel condominio ne sono presenti circa altri 20. Ciò significa che le rondini hanno ancora la possibilità di trovare nidi disponibili a pochi metri di distanza. Le reti sono state installate in quanto la presenza dei nidi vicino alle finestre del palazzo stava creando problemi di igiene e pulizia per i residenti. E’ stato presentato ricorso contro il nostro verbale, e siamo in attesa di decisioni in merito. Se l’autorità amministrativa competente conferma la decisione, il cittadino responsabile dovrà pagare la sanzione e rimuovere le reti.”
Dario Zona