I Comitati per la Salute della Piana di Prato e Pistoia contestano le affermazioni tranquillizzanti di Arpat relative ai campionamenti sulle emissioni dell’inceneritore di Baciacavallo. In una nota, ieri l’Agenzia regionale aveva escluso che ci fossero stati “superamenti dei parametri analizzati (microinquinanti e metalli) nelle diverse zona campionate rispetto alle Concentrazioni Soglia di Contaminazione, riferite alla destinazione ad uso verde, residenziale” (leggi l’articolo).
Oggi in una nota, i Comitati rispondono citando i documenti inviati loro dalla Provincia e contenenti la relazione stessa di Arpat. “Dalla documentazione e dai verbali di prova dei campionamenti emerge invece che, in particolare uno dei campioni, in zona Palasaccio, risulta sopra il limite soglia – 11,34 ng (TEQ) Kg ss, mentre il limite soglia è 10 ng (TEQ) KG ss. Reputiamo profondamente scorretta e addirittura lesiva della dignità dei cittadini che Arpat, invece di tutelare l’ambiente, tuteli invece l’inceneritore, e cerchi di scaricare la responsabilità della contaminazione ambientale, su ipotetiche altre fonti mai identificate e mai monitorate”.
I Comitati per la Salute della Piana di Prato e Pistoia contestano anche i criteri scelti per classificare le tipologie di terreno nell’area di ricaduta dei fumi. “Un sedime è considerato industriale quindi con tipo di “valutazione tecnica diversa” mentre il campo sportivo sottostante con il camino dell’impianto a soli 40/50 metri “considerato non industriale” ha naturalmente una valutazione differente, quasi si volesse far credere che li c’è una barriera invisibile che trattiene i fumi facendoli ricadere solo nel sedime industriale”. Infine, i comitati riportano una indiscrezione: “Ci giunge notizia che ARPAT, correndo ai ripari, ha avviato la procedura per inserire l’area contaminata, in zona Palasaccio, fra i siti da bonificare, però di questo nulla si racconta!”.