22 Marzo 2024

Report di Confesercenti: l’aumento del reddito medio degli ultimi 5 anni annullato dall’inflazione

Il presidente Bonfanti: "Commercio al dettaglio malato grave".


L’inflazione annulla la ripartenza dei redditi degli italiani, riportandoli – in termini reali – sotto i livelli prepandemia, con una perdita complessiva di oltre 6 miliardi di euro rispetto al 2019. Tra il 2019 ed il 2023, in valori nominali, il reddito medio delle famiglie italiane è passato da poco più di 38.300 euro a oltre 43.800 euro l’anno. Un salto di oltre 5.500 euro che, purtroppo, è solo virtuale, perché annullato di fatto dall’aumento dei prezzi: al netto dell’inflazione, infatti, nel 2023 il reddito reale medio per famiglia è ancora 254 euro (-0,7%) inferiore a quello del 2019. È quanto emerge da elaborazioni sui redditi delle famiglie e sull’occupazione effettuate da CER e Ufficio Economico Confesercenti sulla base dei dati disponibili Istat, a quattro anni dall’annuncio del lockdown del 9 marzo 2020. La frenata dei consumi e dei redditi ha provocato la chiusura di molte attività, soprattutto dei negozi di vicinato che soffrono la grande distribuzione dei centri commerciali e dell’e-commerce: tra il 2019 e il 2023 le attività di commercio al dettaglio si sono ridotte del 7,4%, ce ne sono 56mila in meno. Le attività della ristorazione, invece, si sono ridotte del 2%: 6700 mila in meno sull’intero territorio nazionale. “La misurazione dei livelli di reddito reali dei cittadini è, a nostro parere, essenziale per valutare non solo lo stato di salute, ma anche quello di benessere della nostra economia. Anche perché sono i redditi reali a determinare la capacità di spesa delle famiglie, e i consumi contribuiscono per oltre il 58% alla formazione del nostro prodotto interno lordo”, commenta Confesercenti in una nota. “Speravamo e credevamo – sottolinea Stefano Bonfanti presidente Confesercenti Prato – che gli ultimi anni fossero gli anni del rilancio, dell’economia, soprattutto dopo quegli segnati dall’emergenza Covid. Al contrario, ci siamo trovati a fare i conti con prezzi alle stelle, dal caro carburante fino alle materie prime. Sono aumenti importanti, con cui bisogna fare i conti e che anche nello scenario del piccolo commercio hanno avuto forti ripercussioni. Lo si vede anche solo camminando nei centri storici delle nostre città – prosegue Bonfanti – I negozi sfitti ci sono e la situazione peggiora nei paesi e nei quartieri o quando si percorrono le vie secondarie. Sarà necessario prendere coscienza di un fenomeno come quello della desertificazione commerciale, facendo grande attenzione per riuscire a contrastare questo aspetto. Non dimentichiamoci, infatti, che quando si spegne la vetrina di un negozio, parallelamente avanza il degrado e le città diventano più brutte”.