Doveva essere il sogno di una vita: una casa di proprietà in una zona tranquilla, a Maliseti. Ma pochi anni dopo l’acquisto degli immobili, quattro famiglie si ritrovano a dover fare i conti con lavori non ultimati, spese impreviste e soprattutto un’ex capannone divenuto una gigantesca discarica a due passi dalle loro finestre. È la situazione dei condomini di via Montagnola, 64, poche centinaia di metri dal carcere della Dogaia.
Degli otto appartamenti, quattro sono invenduti, messi all’asta dal Tribunale di Prato assieme al capannone retrostante, che avrebbe dovuto essere demolito e sostituito da altre 24 abitazioni. Il progetto non si è mai completato a causa delle difficoltà finanziarie della società immobiliare proprietaria. E l’ex capannone sventrato è divenuto negli ultimi tre anni una discarica su cui si sono ammassati rifiuti di ogni genere, soprattutto calcinacci e scarti di edilizia.
La signora Marina Morganti da un anno segnala la presenza di topi e animali infestanti, e i rischi legati agli accessi impropri alla struttura a polizia municipale, gabinetto del sindaco, Asl e Arpat, ma finora non è cambiato niente. L’unica a intervenire è stata Arpat che ha aperto un procedimento per i reati ambientali e ha proceduto al sequestro penale preventivo di un camion che si trova all’interno del capannone.
I residenti chiedono che vengano ripristinate le condizioni di salubrità e sicurezza e siano quantomeno sbarrati gli accessi al capannone divenuto una discarica. Tra i lavori che non sono stati ultimati ci sono le coperture per i posti auto, le rampe per i parcheggi sotterranei, divenuti ristagni di acqua piovana ricettacolo di insetti e zanzare. E oltre al danno c’è la beffa: la società immobiliare, che non è riuscita a vendere 4 degli otto appartamenti, non contribuisce alle spese condominiali e non partecipa alle riunioni di condominio. Così, per le quattro famiglie che vi abitano le spese di aumentano, e non c’è neppure la maggioranza per deliberare.
D.Z.