Ancora un’altra tintoria, la Fenice, che chiude mettendo in mobilità altri 43 operai. Abbiamo assistito qualche mese fa alla chiusura di un’altra azienda storica come l’Eurotintoria. I motivi sono purtroppo sempre i soliti, costo del personalee dell’energia elettrica. Mi è giunta voce che l’Eurotintoria sia stata acquisita da un packistano, coniugato con un cittadina cinese, meccanismo per non far apparire che la titolarità sia di un imprenditore orientale. Sono pronto a scommettere che anche la Fenice, dopo le solite pratiche burocratiche che portano alla chiusura dell’azienda, sarà acquisita da un imprenditore cinese. Ormai stiamo assistendo alla perdita di un pezzo importante delle filiera pratese, quello delle tintorie. La domanda che mi pongo è la seguente: a parità di costi, personale, energia elettrica ecc, come mai una tintoria gestita da cinesi continua la sua produzione mentre quella gestita da imprenditori pratesi, che hanno una cultura in questo settore, chiude? Credo che la risposta non sia difficile. L’imprenditore cinese ultilizza, ormai è un dato accertato, manodopera al nero o clandestini. Questo mancato costo comporta sicuramente un onere in meno per l’azienda che riesce ancora ad essere competitiva sul mercato. Spesso sento solo lamenti ad intermittenza da parte dei principali rappresentanti delle associazioni di categoria però non vedo nessun atto concreto per impedire che questo pezzo importante della filiera passi in mano ad imprenditori cinesi. E tutti questi operai che perdono il posto di lavoro e con una famiglia a carico chi li tutela? A questo punto ci vogliono azioni forti che devono spingere gli organi preposti ai controlli ad intervenire in maniera efficace chiamando in causa anche il Governo, altrimenti tra qualche mese sentiremo ancora le campane suonare “a morto” per qualche altra azienda pratese.
Aldo Milone
capogruppo Pls e candidato alle elezioni regionali
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