14 Febbraio 2024

Lavoro, aumentano le dimissioni volontarie delle donne che diventano madri

Presentata in Provincia la Relazione annuale dell'Ispettorato nazionale del lavoro


Anche in Toscana, come nel resto del Paese, aumentano le dimissioni volontarie di lavoratrici e lavoratori in periodo protetto, ovvero nel periodo di congedo dopo essere diventate mamme o babbi. Per la stragrande maggioranza a lasciare la propria occupazione sono le donne, soprattutto impiegate e operaie, spinte dalle difficoltà a conciliare l’impegno professionale con la cura del bambino e dall’ assenza di servizi e organizzazione del lavoro. È il quadro di massima che emerge dall’ultima edizione della “Relazione annuale sulle convalide delle dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri” elaborata sui dati 2022 dall’Ispettorato nazionale del lavoro, in collaborazione con l’INAPP e condivisa con la Consigliera nazionale di Parità. In Toscana, le convalide di dimissioni da parte dell’Ispettorato del lavoro sono aumentate del 26,3%, passando a 3.676, dalle 2.910 nel 2021. Ben il 76,6% del totale hanno riguardato donne. La relazione è stata al centro di un incontro formativo nel Salone Consiliare della Provincia di Prato organizzato dall’Ufficio provinciale della Consigliera di Parità Irene Romoli, in collaborazione con il Comitato pari opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Prato. Romoli ha sottolineato come sia indispensabile ampliare la gamma di misure tese ad aiutare le donne con figli a conciliare tempi di vita e tempi di lavoro, perché anche uno strumento fondamentale come l’asilo nido non è sufficiente, visto che anche il rapporto evidenzia che il mancato accoglimento dei bambini al nido rappresenta solo una causa residuale che spinge alle dimissioni. Infine, la consigliera ha voluto sottolineare le ragioni che hanno determinato l’aumento delle dimissioni volontarie anche tra i lavoratori padri. “La motivazione – ha spiegato – è legata all’obiettivo di cambiare lavoro. E si ricollega ai vantaggi dal mantenimento della percezione della Naspi, anche nel caso in cui le dimissioni volontarie vengono presentate nel periodo di congedo di paternità”.