Ha lavorato come pranoterapeuta e come badante, ha assistito con amore e coraggio la figlia disabile dalla nascita fino alla morte della ragazza, avvenuta all’età di 27 anni. Poi Luciana Capaccioli ha restituito al Comune la casa popolare in cui viveva perchè poteva far fronte ad un affitto, ma adesso non può più lavorare per motivi di salute. A 66 anni, divorziata, può contare soltanto su una pensione sociale di 460 euro mensili e fa la spesa grazie alla tessera dell’Emporio della solidarietà. I risparmi di una vita sono finiti e da due mesi la donna non riesce a pagare l’affitto di 700 euro al mese. “La proprietaria di casa è un’amica, ma anche lei ha bisogno di riscuotere il canone e io non so come fare” spiega la donna, che mostra quel che le resta: 168,94 euro sul conto corrente e 70 euro nel portafoglio per arrivare a fine mese. Pochi giorni fa ha ricevuto per raccomandata il sollecito per il pagamento degli affitti arretrati in cui si preannuncia il ricorso al giudice per chiedere lo sfratto esecutivo.
La situazione è complicata dai problemi di salute. Luciana ha anche fatto causa ai medici della Asl per fatti avvenuti nel maggio 2013. “Mi hanno dimessa dall’ospedale con una broncopolmonite – dice la donna – Ho passato tutta l’estate a letto e non sono mai del tutto guarita: devo ancora prendere antibiotici e l’ossigeno, tante volte non ho la forza di camminare. Problemi che si aggiungono a una patologia al fegato e a disturbi alla spina dorsale”.
Luciana ha fatto richiesta per ottenere i contributi (150 euro mensili) per pagare le bollette previsti nel pacchetto famiglia 2014 del Comune. Ma chiede anche una sistemazione, per evitare lo sfratto: “Se non fosse possibile una casa, mi accontenterei anche di una stanza. Mi basta una sistemazione dignitosa”.
L’assessore alle politiche sociali Luigi Biancalani ha ricevuto la donna e conosce la sua situazione. “Purtroppo ci sono molti casi anche peggiori del suo – spiega Biancalani -. Per l’emergenza alloggiativa seguiamo circa 500 persone e il problema, rispetto al passato, è che il periodo di permanenza nelle strutture si è allungato per effetto della crisi e della difficoltà a ritrovare lavoro. Il Comune si impegna comunque a dare aiuto a tutti coloro che si trovano in difficoltà e anche per la signora sarà studiata una soluzione da parte dei servizi sociali”.
D.Z.
Commenti