Addio Mascii. Tv Prato piange la scomparsa del suo volto storico Video


Se n’è andato questa notte, nella sua casa in via Mozza, Ubaldo Mascii, volto storico di Tv Prato e una delle persone più conosciute e amate in città. Aveva 93 anni. Si era ammalato da poco più di un mese, in seguito ad un incidente domestico.

Questo pomeriggio la salma sarà esposta alle Cappelle della Misericordia, in via Convenevole. Il funerale si terrà martedì 10 febbraio, alle ore 10, nella chiesa del Sacro Cuore ai Ciliani (via Ofanto).

Ubaldo Mascii era davvero uno dei pratesi più conosciuti e amati. Per anni è entrato nelle case della città con il nostro Telegiornale, la trasmissione “Fatti e opinioni”, ma soprattutto con “Occhio alla civetta”, la rassegna stampa ragionata dei quotidiani andata in onda fino al 31 dicembre 2011. Da allora si era ritirato nella sua casa, continuando a dedicarsi alle sue grandi passioni: la musica e l’organo. Fino a non molto tempo fa Ubaldo ha prestato servizio in duomo suonando alla Messa domenicale della sera.

Mascii era nato a Prato nel 1921. La sua vita è stata densa di impegno, ma anche di vicende dolorose e di scelte difficili. Giovanissimo era entrato in Seminario. Poco prima di diventare sacerdote fu colpito negli affetti più cari dalla follia criminale fascista e nazista. Nei rastrellamenti del 7 e 8 marzo 1944 il suo babbo, che aveva aderito alla sciopero generale, fu catturato nella fabbrica di Ettore Lucchesi e deportato nei campi di concentramento. «In quell’occasione – raccontò Ubaldo allo storico pratese Claudio Caponi per il suo “Il tempo di don Milton Nesi” – durante il rastrellamento, fui avvertito e corsi alla fabbrica in tempo per vedere mio padre già sull’autobus insieme ad altri. Mi accostai all’autobus e con la veste che avevo nessuno osava allontanarmi. Mio padre, dal finestrino, mi disse: “Porta a casa la mamma, tanto io non ho fatto niente; ci portano in Commissariato e poi ci rimandano a casa”. Queste – concluse Ubado Mascii – furono le ultime parole che sentii di lui». Solo con la liberazione del 1945 si seppe che, poche settimane dopo la deportazione, Umberto Mascii – questo il nome del padre – era morto nei campi di concentramento nazisti.

Ordinato sacerdote, dopo la Liberazione di Prato il giovane Ubaldo si segnalò come uno dei preti più preparati, capaci e impegnati. Collaboratore strettissimo dell’allora parroco di Coiano nonché responsabile del settimanale cattolico don Milton Nesi, fu nominato giovanissimo dall’ultimo Vescovo di Pistoia e Prato,  mons. Giuseppe Debernardi, canonico della cattedrale. Presto fu chiamato a ruoli di responsabilità nell’Azione Cattolica – allora una delle associazioni più rilevanti di tutta la città – e nell’Opera Diocesana di Assistenza. Fu tra i primi pratesi a salutare mons. Pietro Fiordelli appena nominato Vescovo di Prato nel 1954.

Nel 1957 la decisione improvvisa – che allora destò grandissimo scalpore in città – di abbandonare la tonaca. L’amore per una donna, che poi avrebbe sposato, fu più forte di ogni altra scelta. Mascìì lasciò Prato e presto si trasferì a Milano, dove ricoprì incarichi di responsabilità in alcune aziende, per poi trasferirsi di nuovo in Toscana.

A Tv Prato Ubaldo arrivò nel maggio del 1988 e fu un’altra improvvisa svolta nella sua vita. Di giornalismo si era occupato in parte da giovane prete, collaborando saltuariamente alla gloriosa testata cattolica de “L’Osservatore Toscano”, ma poi non aveva avuto più nessun contatto diretto. “Fui chiamato per l’informazione – ebbe a raccontare – quando l’informazione, per l’emittente, consisteva in un notiziario serale piuttosto breve. Il mio era un incarico ben preciso: approfondire ed ampliare il settore dell’informazione”.

Di programmi televisivi, dicevamo, ne ha condotti tanti. Ma quello per cui era sicuramente più conosciuto è stato “Occhio alla civetta”, che iniziò a curare a metà degli anni Novanta. Da allora ogni giorno, anche quando ormai l’età avanzava, usciva di casa prestissimo per arrivare in tv, leggere i quotidiani e preparare la sua rubrica. Per anni è stato davvero un punto di riferimento importante dell’opinione pubblica: amato da tanti, da altri criticato e contestato – anche per quello stile a tratti un po’ paternalistico ma sempre poco “politicamente corretto” – di lui però si parlava nelle case e nei dibattiti. Soprattutto per gli anziani era diventato un sicuro e autorevole punto di riferimento. Se qualche volta mancava per una indisposizione o la trasmissione saltava per le dirette nazionali di Sat2000, a Tv Prato fioccavano letteralmente le telefonate per chiedere spiegazioni e chiarimenti. Il 31 dicembre 2011 la sua ultima apparizione televisiva. Pochi anni prima un male incurabile gli aveva strappato la sua amatissima moglie Alda.

Tutta Tv Prato si stringe al figlio Massimiliano e al nipote in un grande abbraccio.
Il sindaco Matteo Biffoni con tutta la giunta ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa di Ubaldo Mascii, le cui parole – sottolinea l’amministrazione comunale – hanno accompagnato la città attraverso il commento delle notizie e le sue rubriche. Alla famiglia è stato inviato un telegramma.

 Gianni Rossi

Di seguito l’intervista a Ubaldo Mascii del 31 dicembre 2011, giorno dell’ultima puntata di “Occhio alla civetta”.

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