L’inaugurazione della stagione 2014/2015 al Teatro Metastasio di Prato, da mercoledì 5 a domenica 9 novembre, è affidata a Luca Ronconi e al suo ultimo spettacolo, Danza macabra di August Strindberg, una coproduzione del Teatro Metastasio Stabile della Toscana e di Spoleto57 Festival dei 2Mondi, in collaborazione con Mittelfest 2014.
Si tratta di un testo illustre, definito dalla critica come un exemplum della vita coniugale vissuta quale inferno domestico, in cui si confrontano e si scontrano da un lato la natura satanica della moglie Alice, interpretata da Adriana Asti, e dall’altro il carattere vampiresco del marito Edgar, cui dà vita Giorgio Ferrara, che cerca di succhiare la vita del secondo uomo Kurt, impersonato da Giovanni Crippa, psicologicamente fragile e remissivo. Una lettura più attenta del dramma consente di prendere atto che, più semplicemente, siamo di fronte all’inferno domestico di una coppia per niente infernale. È solo con l’arrivo del terzo, di Kurt, che cominciano le tensioni. Il Capitano e Alice sono come una coppia di attori, tranquilli quando non c’è pubblico, e subito eccitati dalla presenza di uno spettatore.
“Più che un matrimonio infernale – afferma il maestro Luca Ronconi – Alice e Edgar conducono una mortifera routine. È l’arrivo di un estraneo a far scattare in loro, come in una coppia d’attori davanti a un insperato spettatore, il gusto dell’esibizione “satanica”. Allora recitano la loro reale natura. Perché lo fanno? Forse sono davvero dei vampiri. Non a caso in scena si addentano l’un l’altro sul collo, per tornare a trattarsi umanamente, e persino cordialmente, una volta che l’estraneo è partito”.
Una commedia nera, una storia infernale ma risibile, che, secondo Ronconi, fa pensare curiosamente al vaudeville di Courteline, Les Boulingrin, andato in scena nel 1898 ossia pochi anni prima della stesura di testo di Strindberg (1900), in cui i coniugi Boulingrin si scatenano all’arrivo di un ospite in visita, su cui proiettano farsescamente le tensioni della coppia borghese.
“Nella prima e nell’ultima scena – precisa Ronconi – c’è la coppia rappresentata nel proprio inferno domestico fino a quando arriva un terzo personaggio che viene contagiato da tutta questa malignità. Il titolo fa presagire qualcosa di macabro, ma dipende con quale punto di vista si osserva la vicenda, simile ad un film noir, in cui più i personaggi sono cattivi e più vengono apprezzati dagli spettatori. Noi abbiamo scelto l’ironia rendendola una commedia cattiva e mi piacerebbe che il pubblico, vedendo quello che accade sul palco, si mettesse improvvisamente a ridere per poi chiedersi per quale motivo lo ha fatto”.
Danza macabra è dunque una commedia nera con toni volutamente da fumetto grottesco, un gioco sopra le righe con intenti paradossali, un arguto teatro di morti viventi che si divorano più che un inferno domestico.