Prenderà il via il 29 ottobre per la giornata mondiale per la lotta all’ictus cerebrale,la campagna “Ictus:pochi minuti valgono una vita”. “La strategia della Regione Toscana per la lotta all’ictus – dice l’assessore Luigi Marroni – prevede un’azione sinergica tra la campagna informativa e il modello organizzativo clinico-assistenziale di presa in carico del paziente. La Rete Ictus che stiamo istituendo in Toscana ha l’obiettivo di ridurre, fino ad annullarlo, il ritardo evitabile di presa in carico e trattamento del paziente dopo l’evento acuto”.
Il modello più efficace di gestione dell’ictus è basato su un sistema integrato di assistenza che prevede una precisa concatenazione di processi di cura, nel percorso che dalla prevenzione conduce alla riabilitazione e al reinserimento sociale della persona colpita da ictus. Nella cura dell’ictus, il fattore tempo è decisivo e i sintomi non vanno sottovalutati, ma devono essere riconosciuti e deve essere chiamato immediatamente il 118, perché più tempo si perde più il cervello si danneggia. Contrariamente a quanto accade per l’infarto, non c’è nell’ictus un dolore che mette in allarme. I sintomi compaiono improvvisamente.
Un’indagine svolta dal Censis, coordinata dal Dipartimento di scienze neurologiche e psichiatriche dell’Università di Firenze, ha dimostrato che i livelli di conoscenza e consapevolezza da parte della popolazione nei confronti dell’ictus sono attualmente molto bassi.Per questo diffondere conoscenza sull’ictus è di primaria importanza per ridurre soprattutto i costi personali e sociali di questa malattia che potrebbe portare in Toscana a un risparmio quantificabile in 30 milioni di euro, e soprattuttto avrebbero una ricaduta positiva sui costi e sulla sofferenza fisica e psicologica dei malati e delle loro famiglie.
L’ictus cerebrale è una delle malattie più frequenti e gravi in termini di mortalità ed esiti invalidanti. In Italia, i casi di ictus sono circa 200.000 l’anno, e le morti attribuibili alle malattie cerebrovascolari sono 69.000 ogni anno. 930.000 l’anno le persone che ne portano le conseguenze invalidanti, e l’handicap conseguente all’ictus è causa di costi elevati per le famiglie, il sistema sanitario e la società intera. La spesa annuale per l’assistenza all’ictus cerebrale in Italia è stimata intorno ai 3,5 miliardi di euro.
La prevenzione dell’ictus cerebrale è basata sulle conoscenze, ormai molto avanzate, di una serie di fattori che aumentano il rischio della malattia. Oltre ai fattori non modificabili, vi sono fattori acquisiti come ipertensione arteriosa, diabete, dislipidemia, obesità, fumo, aritmie cardiache, molti dei quali collegati a stili di vita poco corretti: fumo, droghe, abuso di alcolici, consumo eccessivo di zuccheri e grassi animali, scarsa attività fisica. Molte di queste abitudini cominciano in età giovanile, per questo sono fondamentali interventi educativi che coinvolgano la famiglia e la scuola.