L’edizione appena trascorsa del Corteggio storico e la partecipazione di alcuni membri di comunità straniere alla sfilata, proposta dalla Provincia, sono state al centro di tre domande d’attualità presentate in Consiglio comunale dal capogruppo del gruppo Pd, Massimo Carlesi, dal presidente del gruppo Idv, Aurelio Donzella, e del consigliere Pd Simone Mangani.
A rispondere è stato il sindaco Roberto Cenni: “Non tutte le occasioni possono essere trasformate in un palcoscenico di polemiche sterili, che creano solo nuove divisioni. Il Corteggio storico è una doppia festa, civile e religiosa. Una festa di tutta la città e di tutti i suoi cittadini, siano essi nati a Prato o provenienti da altri paesi, per far rivivere le tradizioni del passato. Le istituzioni del territorio invitate e gli ospiti partecipano alla sfilata col proprio Gonfalone, ovvero un simbolo che rappresenta tutta la comunità, e non c’è bisogno di ulteriori sottolineature. Così la Provincia rappresenta tutti i cittadini del territorio, senza necessità di differenziazioni. Il compito della politica è cercare delle soluzioni con confronti che avvengano nei luoghi deputati, non porre questioni tese solo a creare polemiche senza offrire alcuna risposta ai cittadini e alle loro esigenze. In merito alle affermazioni del presidente della Provincia, Lamberto Gestri, devo dirmi molto rammaricato per essere stato trascinato in questa sterile discussione, ma presterò comunque attenzione se la Provincia terrà lo stesso comportamento in occasione di sfilate storiche organizzate dai Comuni limitrofi, come l’Assedio a Poggio a Caiano, oppure se l’atteggiamento tenuto riguarderà solo Prato, per montare un caso del tutto strumentale”.
L’ultima osservazione del sindaco ha poi riguardato il lato organizzativo della celebrazione: “E’ lecito intervenire così, a sorpresa e all’ultimo minuto, in una macchina organizzativa comunale partita al non appena conclusa l’edizione dello scorso anno? Cosa accadrebbe se tutte le istituzioni che partecipano si comportassero come la Provincia e pretendessero di invitare a sfilare 30 ospiti ciascuna?”.
Roberto Cenni ha così terminato il proprio intervento con un appello a mantenere senso di responsabilità, al di là delle divisioni politiche, e la collaborazione tra istituzioni. “Non possiamo tollerare che un evento come il Corteggio storico veda l’ingerenza della politica, che dovrebbe essere protesa a risolvere i problemi, limitando al massimo i disagi dei cittadini e non a cercare visibilità. Quanto all’illegalità, visti i suggerimenti che ci arrivano dalle Istituzioni, c’è da tenere presente la necessità di relazionarsi esclusivamente con rappresentanze istituzionali, ambasciate e consolati o con persone espressamente indicate da loro. Perché coinvolgere altre presenze a vario titolo potrebbe creare imbarazzi. Perché l’illegalità dell’attività economica, in particolar modo cinese, a Prato non è la somma singole individualità bensì un sistema illegale che si manifesta con vaste e varie sfaccettature. E che questo sistema, in ragione di una sottovalutazione, sia ormai radicato sul nostro territorio non è un’illazione del sindaco ma un allarme lanciato da autorevoli addetti ai lavori come il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, come il suo predecessore, Piero Luigi Vigna, e come la Fondazione Caponnetto”.