23 Dicembre 2023

Il consiglio comunale di Prato approva a maggioranza l’ordine del giorno sul salario minimo

L'atto era stato depositato nei giorni scorsi da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Demos e consigliera Norcia


Il Consiglio comunale di Prato ha approvato l’ordine del giorno sul salario minimo che era stato depositato nei giorni scorsi da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Demos e consigliera Norcia.
Carmine Maioriello, consigliere M5S e primo firmatario del documento esprime grande soddisfazione per l’esito del voto: “Vogliamo ribadire il nostro no alle paghe da fame. Il governo Meloni ha vergognosamente voltato le spalle a quasi 4 milioni di lavoratrici e lavoratori che oggi sono sfruttati e sottopagati. La nostra battaglia sul salario minimo va avanti con ancora maggiore convinzione, consapevoli di essere dalla parte giusta del Paese. Il Movimento Cinque Stelle dal 2013 si batte per raggiungere questo obiettivo e fissare una soglia minima sotto cui nessun contratto collettivo deve scendere, perché ogni lavoratore – conclude Maioriello – ha diritto ad una retribuzione sufficiente a garantire a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Sul salario minimo non accettiamo compromessi al ribasso e continueremo a lottare fino a quando i lavoratori non vedranno applicato questo provvedimento”.

“A Prato – sottolinea Aksel Fazio, responsabile lavoro PD – abbiamo raccolto centinaia di firme per il salario minimo, segno che anche nella nostra città il tema è estremamente sentito. Accanto alla necessità di fissare una soglia legale sotto la quale nemmeno la contrattazione collettiva può scendere, c’è bisogno di rafforzare i contratti, facendo valere per tutti i lavoratori e le lavoratrici la retribuzione del contratto firmato dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative. Noi vogliamo spazzare via i contratti pirata e un cambio di passo radicale anche sul fronte degli appalti. Queste sono battaglie di civiltà che il Partito Democratico intende portare avanti”.

Da parte sua Tommaso Cocci, di Fratelli d’Italia, che ha votato contro all’ordine del giorno, ha sottolineato la particolarità del mercato del lavoro italiano, in larga parte coperto da contrattazione collettiva, i cui stipendi sono superiori a quelli indicati nel provvedimento sul salario minimo. “Credo che questo governo abbia adottato politiche molto importanti sul tema del lavoro – ha detto Cocci – destinando fin dalla sua prima finanziaria le poche risorse disponibili a sostenere il taglio al cuneo fiscale e sta cercando di rendere strutturale questa misura per mettere in tasca maggiori risorse ai cittadini. È questa anche la posizione di parte dei sindacati i quali sostengono che il salario minimo potrebbe costituire un boomerang ed essere un pretesto per delle contrattazioni al ribasso”.