11 Novembre 2024

Sfruttamento lavorativo, commissione parlamentare d’inchiesta in prefettura. Gribaudo: “Faccio mia richiesta Dda a Prato”

La presidente della commissione parlamentare Chiara Gribaudo ha specificato che inizia oggi un percorso di indagine sul fenomeno dello sfruttamento nella filiera del distretto pratese. Bugetti: " "Abbiamo bisogno di più ispettori. Il Ministero faccia la sua parte".


Sfruttamento lavorativo, è il giorno della commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati. La delegazione, guidata dalla presidente Chiara Gribaudo (intervistata nel video) si è insediata questa mattina in prefettura, svolgendo le audizioni dei sindaci di tutti i comuni della provincia di Prato, delle categorie economiche, dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil e, a un tavolo separato da questi ultimi, anche il Sudd Cobas. Dalle audizioni svolte, è emerso che “c’è un’esigenza diffusa in tutta la filiera del controllo perché manca il personale ispettivo. Gli ispettori del lavoro sono pochi, tra le 26 e le 32 unità se si aggiungono quelli fuori Prato. In questo territorio c’è una concentrazione di partite Iva e di aziende che è molto più vasta di quella che è la territorialità. Occorre quindi pensare a progetti ad hoc su questo territorio come in parte già ha fatto il progetto della Regione Toscana che va implementato anche dal livello nazionale”, ha detto Gribaudo secondo la quale, per contrastare lo sfruttamento, la proposta di istituire sezioni distaccate della Direzione distrettuale antimafia presso la procura di Prato “è una richiesta importante che andrebbe condivisa e per quel che mi riguarda la faccio anche mia”.

“Questo è stato un primo incontro conoscitivo ed esplorativo, ma certamente ne seguiranno altri perché c’è un terreno su cui misurarsi di confronto con le aziende. La commissione farà le sue valutazioni e a primavera proveremo a intervenire con un’azione diversa da quella di oggi, che è appunto un modo di avviare un’attenzione e una discussione su questi territori”, ha specificato la presidente della commissione, intervistata a margine degli incontri della serata.

“Più ispettori del lavoro sul territorio in modo da affiancarli agli ispettori Asl e alla Polizia municipale nei controlli quotidiani che il progetto regionale Lavoro sicuro svolge nelle ditte a conduzione cinese”. E’ la richiesta ribadita dalla sindaca di Prato Ilaria Bugetti alla commissione parlamentare d’inchiesta sul lavoro Le risorse umane in forza alla Dtl e al nucleo Carabinieri Ispettorato del lavoro però, sono esigue e insufficienti a fronteggiare la mole di controlli che sarebbe necessaria per combattere o almeno arginare il fenomeno dello sfruttamento lavorativo e dell’evasione contributiva da parte delle aziende del settore del fast fashion. “Alla commissione ho spiegato cosa abbiamo fatto in questi anni per contrastare l’illegalità economica. Da soli o con gli altri enti locali. – spiega Bugetti – La nostra Polizia Municipale partecipa ai controlli interforze e a quelli Asl del progetto regionale Lavoro sicuro che da oltre 10 anni ispeziona a tappeto tutte le aziende cinesi. I risultati ci sono perché gli impianti sono in sicurezza e i dormitori sono pressochè spariti. Andiamo avanti perché non vogliamo e non possiamo abbassare la guardia. Se lo Stato assumesse nuovi ispettori e li ancorasse ad un progetto ad hoc sul territorio che preveda l’affiancamento degli ispettori Asl, riusciremmo ad essere efficaci anche su questo versante. In passato, nella zona del fiorentino, questo tipo di accoppiata ha dato ottimi risultati sia in termini repressivi e preventivi che economici. L’evasione contributiva accertata e le sanzioni pagate per revocare la sospensione delle attività conseguente della massiccia presenza di lavoro irregolare, ci dicono che tale impiego si ripagherebbe da solo, esattamente come è successo per i controlli Asl per i quali la Regione assunse oltre 70 ispettori. Aggiungo che come Comune abbiamo anche uno sportello antisfruttamento con cui collabora anche la Procura e la rete anti tratta. Agisce a valle dello sfruttamento. Per fermarlo a monte abbiamo bisogno dell’intervento dello Stato. Noi quello che potevamo fare lo abbiamo fatto. Ora tocca al ministero dare un segnale chiaro in merito”.