Il novembre del Garibaldi Milleventi permetterà di scegliere: tra spettacoli, satira e cinema, ogni serata porterà una proposta differente. Da non ricordare, il ritorno di Lunanzio, in scena già il 7 novembre, e l’irriverente monologo di Andrea Scanzi, atteso per il 27 del mese. Prosegue anche il cineforum. Ma procediamo con ordine.
Il programma
7 novembre, ore 21
Lunanzio
Quid Ridet?
Il talentuoso comico e attore Loris Fabiani, in arte Lunanzio, è finalmente pronto a tornare a teatro con lo spettacolo “Quid Ridet?”. Reduce dalla vittoria della prima edizione di “LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro” e dalla partecipazione come concorrente alla quarta edizione di “LOL – Chi ride è fuori”, i due comedy show targati Prime Video, con questo spettacolo Fabiani potrà finalmente incontrare gli spettatori portando in scena Lunanzio, il suo personaggio che egli stesso definisce “barocco”: labbra nere, capelli scompigliati e camicia bianca fuori misura, caratterizzato da una comicità fatta di doppi sensi, linguaggio aulico e ironia che attinge alla Commedia dell’Arte e non solo, ispirandosi ad autori come Goldoni, Alfieri e Dante. Un personaggio surreale e sui generis già molto amato da grandi e bambini, grazie al quale Loris Fabiani sta sempre più affermando le sue grandi doti poliedriche e il suo innegabile talento comico.
27 novembre, ore 21
Andrea Scanzi
La Sciagura
Dopo il grande successo di Renzusconi (2018) e Il cazzaro verde (2019-2020), Andrea Scanzi — autore e interprete teatrale dal 2011 — torna sul palco con un nuovo spettacolo di satira politica: La sciagura – Cronaca di un governo di scappati di casa.
Tratto dall’omonimo bestseller edito da Paper First, Scanzi mette ora in scena la sconfinata pochezza di un governo composto perlopiù da “scappati di casa”. Novanta minuti di risate (amare), informazione e indignazione, che partono da un’analisi del percorso politico di Giorgia Meloni per poi ripercorrere impietosamente le incongruenze del governo, le troppe criticità della destra e l’evanescenza colpevole di una classe dirigente oltremodo imbarazzante. Dalla seconda carica dello Stato La Russa (sic) all’esimio statista Donzelli (aiuto!), dai tetri busti del Duce ai mitologici blocchi navali, dai treni di Lollobrigida ai quadri di Sgarbi.
Dagli scivoloni seriali di Valditara a quelle di Sangiuliano, dalle inchieste su Santanché e Delmastro al capodanno col “botto” di Pozzolo, dal comico inconsapevole Gasparri alle tesi tragicamente oscurantiste di Vannacci. Dal ricordo di Paolo Borsellino (ignobilmente citato da questi governanti che con lui nulla c’entrano) alle canzoni di Gaber e Guccini (che Meloni ama, ma di cui evidentemente non ha capito nulla). Un irresistibile monologo pieno di musica, satira, fervore e pulsione civile, senza reticenze né sconti.
Uno spettacolo accorato e imperdibile per raccontare questi tempi sbandati. Per interpretare il presente. E per resistere a questo inesorabile tracollo della politica politicante nostrana. Lo spettacolo è prodotto da Loft Produzioni S.r.l.