Giornate di passione, da circa tre settimane per i medici di medicina generale, alle prese con disservizi del sistema per la produzione delle ricette elettroniche e problemi nella prescrizione degli esami. Il sistema che permette ai medici, ai pediatri e a tutti gli specialisti ospedalieri di emettere le ricette dematerializzate, che arrivano via sms o via email ai pazienti, funziona a singhiozzo. Si tratta di un malfunzionamento nazionale, che nelle ultime settimane ha creato addirittura momenti di blocco degenerati nel caos, sia tra i dottori che tra gli assistiti. I primi, infatti, sono stati costretti ad emettere, al posto di quelle elettroniche, le ricette rosse, che spesso e volentieri tornavano indietro. I pazienti, i quali vedevano che le prescrizioni per i farmaci non arrivavano, si sono comprensibilmente allarmati prendendo d’assalto studi medici e telefoni. Al problema delle ricette si è aggiunto poi quello dei nuovi Lea, i Livelli essenziali di assistenza, con l’aggiornamento delle tipologie di prestazione a carico del sistema sanitario nazionale, che la Regione sta recependo. Per alcuni tipi di esami sono state introdotte delle limitazioni, così che la giornata nera delle ricette è diventata anche la giornata nera degli esami, che fino a ieri i medici prescrivevano senza problemi e che da oggi pare debbano rispondere a criteri più restrittivi. Nel pomeriggio, la piattaforma di emissione delle ricette ha cominciato ad andare meno a rilento, ma i medici curanti sono stufi di aspettare il prossimo malfunzionamento e alcune aggregazioni funzionali territoriali, come quella coordinata da Rosanna Sciumbata, che è anche presidente della commissione consiliare 5, hanno previsto per lunedì un atto di protesta simbolico: “Lunedì alle 12.30 – spiega Sciumbata – la mia e altre due aggregazioni territoriali (composte ciascuna da una ventina di medici di famiglia) ci fermeremo simbolicamente per 10 minuti. Non risponderemo al telefono, non leggeremo le email e non visiteremo i pazienti in quel lasso di tempo, per sensibilizzare sul problema delle dematerializzate, attraverso le quali ormai passa la prescrizione della maggior parte dei farmaci. Anche come presidente di commissione già da diversi mesi ai referenti dell’azienda sanitaria ho chiesto di relazionare sulla questione. Rimane il fatto che così la medicina territoriale non può continuare, perché crea enormi disagi agli assistiti”.