9 Novembre 2024

Ancora disordini in carcere: agenti feriti e stemmi di una divisa dati alle fiamme. I sindacati: “Situazione al collasso”

Tre agenti penitenziari costretti alle cure del pronto soccorso con prognosi dai 4 agli 8 giorni


Ancora disordini all’ interno del reparto di Media sicurezza della casa circondariale di Prato. Nella serata di giovedì alcuni detenuti, circa 4 ristretti tutti di nazionalità italiana, cercando l’appoggio di altri reclusi che, fortunatamente, non si sono lasciati influenzare, hanno cominciato per futili motivi azioni di protesta, non facendo rientro nelle proprie celle e creando disordini all’interno della prima sezione del reparto. Immediato l’intervento degli agenti di polizia penitenziaria che sono stati aggrediti sia fisicamente che verbalmente. Un sottufficiale è stato strattonato e dalla divisa gli sono stati strappati gli stemmi della bandiera italiana e della scritta “polizia Penitenziaria” che sono stati incendiati dagli stessi.

Una lunga opera di mediazione ha permesso intorno alle 23 di ripristinare l’ordine e la sicurezza all’interno della sezione detentiva. Il personale intervenuto è stato poi costretto alle cure del pronto soccorso cittadino con prognosi dai 4 agli 8 giorni.

Le organizzazioni sindacali di categoria della Cgil, Uil, oltre a SAPPE, SiNAPPe, OSAPP e Unione sindacati di polizia penitenziaria hanno indetto iniziative di protesta cominciando con l’astensione della mensa di servizio, in attesa di interventi urgenti da parte degli organi superiori regionali e nazionali.

“Prato è ormai l’istituto più grande della regione e non per questo deve diventare il ricettacolo di tutti i detenuti problematici – scrivono i sindacati – Con una presenza di circa 600 detenuti, molti dei quali stranieri e trasferiti da altri istituti per motivi di ordine e sicurezza è una bomba purtroppo già esplosa. Non sappiamo più come dirlo. Non sappiamo più a chi chiedere aiuto. Non sono serviti i suicidi da parte dei detenuti (4 dall’inizio dell’anno, ndr). L’attenzione sul carcere sparisce il giorno dopo. Non c’è un direttore titolare. Non c’è un comandante titolare. Tutto affidato a reggenze che non riescono a gestire una situazione ormai al collasso”.