Il controllo del mercato delle grucce nel distretto dell’abbigliamento cinese da parte di una struttura imprenditoriale che mira al monopolio nel settore è il movente alla base del tentato omicidio di un cittadino orientale all’interno del circolo Number One di via Scarlatti, il 6 luglio scorso. Ne è convinta la Procura che ha chiuso le indagini sull’episodio, chiedendo il giudizio immediato nei confronti di 5 cittadini cinesi. I presunti autori dell’agguato furono arrestati nei giorni successivi fra Calabria e Sicilia e sono tuttora in carcere, sotto custodia cautelare. La vittima del pestaggio fu accerchiata all’interno del locale e colpita ripetutamente in varie parti del corpo, prima con un’arma da taglio e poi con pugni e calci, infine attinto da numerose coltellate all’addome. L’uomo, 42 anni, è stato sottoposto a numerosi interventi chirurgici; ha rischiato di morire, come ravvisato dalla consulenza medico legale della Procura, e dopo 3 mesi dai fatti è tuttora ricoverato all’ospedale di Prato.
Nella fedina penale della vittima c’è un precedente pesante: la condanna in via definitiva per un omicidio commesso nella notte tra il 21 e il 22 maggio 2016.
Gli agenti della squadra mobile di Prato sono riusciti a risalire ai cinque indagati nel giro di poche ore, a partire dalle immagini di videosorveglianza del circolo di via Scarlatti. Di uno degli aggressori fu individuata l’utenza del cellulare, cosa che ha consentito di tracciare gli spostamenti dei fuggitivi verso il Sud Italia. A Reggio Calabria fu così fermato nei giorni successivi al tentato omicidio una prima vettura con a bordo 4 cinesi, dai cui cellulari e tabulati telefonici è stata poi ricondotta la presenza all’interno del Number One la notte del delitto. Il quinto uomo è stato fermato due giorni dopo a Catania.