«Vinse più battaglie san Francesco col colloquio al Sultano che tutti i Generali delle crociate». Basterebbe una frase incandescente come questa, tratta da una delle lettere che il servo di Dio Renzo Buricchi, il «tabaccaio di Prato», indirizzò ai frati minori della Verna, per intuire la portata di questa amicizia spirituale che verrà messa a tema nell’incontro a lui dedicato domenica 6 ottobre, a partire dalle 16, nella Basilica di Santa Maria delle Carceri. Questo il titolo dell’iniziativa: «Fra le rocce della Verna. Renzo Pietro Buricchi e la spiritualità francescana».
Interverranno fra’ Paolo Fantaccini, frate minore della Verna, il teologo mons. Basilio Petrà, Marcello Pierucci, amico di Renzo, e don Alessandro Andreini, postulatore per la fase diocesana dell’inchiesta sulla vita e le virtù di Renzo. Alle 18,30 è in programma una concelebrazione eucaristica presieduta dal vicario generale della diocesi di Prato mons. Daniele Scaccini.
L’incontro sarà anche l’occasione per fare il punto sul cammino dell’inchiesta diocesana per la canonizzazione di Renzo Buricchi, apertasi l’8 ottobre 2022: è ormai terminato l’ascolto dei testimoni, 34 in tutto, e si sta concludendo la raccolta della documentazione storica circa la vita del servo di Dio, in vista della chiusura della fase diocesana, prevista per i primi mesi del prossimo anno.
«Una testimonianza assai eloquente di questa amicizia con la Verna – spiega il postulatore don Alessandro Andreini – sono alcuni scritti di Renzo che trovarono accoglienza su “La Voce della Verna”, il periodico che ancora oggi diffonde notizie e riflessioni dal monte delle stigmate che quest’anno ha ricordato gli 800 anni di quell’evento straordinario. Contributi, quelli di Renzo, evidentemente apprezzati dai frati che vi riconoscevano una sincera ammirazione e una profonda sintonia con il loro percorso spirituale».
Chi era. Renzo Buricchi nasce nel 1913 a Seano, era di estrazione contadina e comunista e riuscì a conoscere Dio attraverso l’osservazione delle natura. Il vescovo Nerbini lo ha definito «un personaggio davvero straordinario nella sua assoluta semplicità e ordinarietà di vita». Buricchi ha gestito per quarant’anni il bar tabaccheria in piazza del Comune a Prato – per questo veniva chiamato il «tabaccaio» – e in modo riservato ha radunato un piccolo gruppo di amici contagiandoli con il suo stile e invitandoli costantemente alla preghiera. Questo atteggiamento e i suoi insegnamenti iniziarono a uscire dal «nascondimento» alla fine degli anni Novanta con il libro «Un cipresso per maestro», scritto dal biografo Marcello Pierucci. Grazie al vescovo Gastone Simoni e a don Giuseppe Billi la figura di Buricchi viene valorizzata, prima in diocesi, e poi anche fuori da Prato.