Si sono concluse con la tradizionale Marcia della pace a Figline le celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della liberazione di Prato dall’occupazione nazi-fascista. Il corteo, molto partecipato, è partito come di consueto da via 7 Marzo, raggiungendo l’abitato di Figline. La sindaca Bugetti, insieme al prefetto La Iacona e al Procuratore generale militare presso la Corte di appello De Paolis, hanno deposto una corona di alloro al monumento che ricorda il sacrificio dei 29 martiri. A seguire in piazza dei partigiani gli interventi dal palco, aperti dalla presidente provinciale di Anpi Angela Riviello, che ha messo in guardia dai pericoli di revisionismo storico, ricordando l’importanza della memoria e il “senso di giustizia negato a troppe vittime” del periodo della Resistenza. Richiamando al “rispetto dei valori della Costituzione”, Riviello ha anche sottolineato il sacrificio delle tante donne che hanno fatto la Resistenza, e il percorso che ha condotto oggi alcune donne a ricoprire ruoli di prestigio a livello politico e sociale “e l’avere stasera qui la prima donna sindaca di Prato ne è un esempio” ha detto.
E’ stata poi la volta del procuratore Marco De Paolis, magistrato militare tra i massimi esperti di crimini di guerra, pubblico ministero in numerosi processi sulle strafgi nazi-fasciste e scopritore dell’armadio della vergogna, contenente dossier sui crimini di guerra compiuti tra il 1943 e il 1945. De Paolis ha richiamato ai “valori dell’umanità” persi in quel periodo, del pericolo di “nere ideologie di morte” riaccese dai tanti conflitti in atto nel mondo e della necessità di insegnare ai giovani i valori della pace e della dignità per un futuro in cui fatti come quelli accaduti a Figline e in alte parti d’Italia non accadano più. A chiudere l’intervento della sindaca Ilaria Bugetti, che non ha nascosto la propria emozione: “la memoria deve essere un esercizio continuo – ha detto – i valori della democrazia devono essere condivisi da tutte le forze politiche, indipendentemente dal colore. Da qui parte tutto, l’anno zero della nostra democrazia, l’architrave su cui si poggia ogni nostra azione politica e amministrativa”.