“Riqualificare fa rima con tagliare?”. Se lo chiede l’associazione Atto Primo salute Ambiente Cultura, che ha depositato un esposto contro il taglio degli alberi in via Firenze alla procura e ai Carabinieri forestali. In particolare, l’esposto è indirizzato alla sindaca Bugetti ed è firmato da una delle parti attive di quell’Osservatorio Ambientale Pratese che a sua volta riunisce al suo interno diversi comitati cittadini e movimenti ambientalisti (dal comitato Difendiamo la nostra salute Prato sud a Fridays for future).
L’esposto prende di mira il progetto di riqualificazione di via Firenze che l’assessore ai Lavori pubblici Marco Sapia aveva presentato qualche settimana fa e che prevede il rinnovamento dei marciapiedi tra La Macine e La Querce, con l’abbattimento di 46 tigli le cui radici affioranti hanno generato disagi alla mobilità pedonale. “Quello che ci chiediamo – spiega l’associazione in una nota – è se il previsto abbattimento di numerose piante di tiglio presenti (dalla zona stadio-Ponte Pietrino alla zona della Macine-La Querce-Cementizia) e la loro sostituzione con
alberi di farnia piramidale, di minore altezza e con una chioma ridotta possa considerarsi un ‘rendere migliore dal punto di vista della qualità’. Sicuramente questa sostituzione comporterà una drastica riduzione della superficie fogliare, con una proporzionale riduzione dell’ombreggiatura prodotta dalle piante e soprattutto dalla loro capacità di rigenerazione dell’aria. I tigli rappresentano infatti una delle principali tipologie di alberi che maggiormente contribuiscono, in ambiente urbano (e non solo), all’eliminazione dello smog in quanto rientrano nella tipologia dei cosiddetti alberi mangia-smog: piante in grado non solo di mitigare la temperatura dell’ambiente durante i mesi più caldi, ma anche di catturare le sostanze inquinanti dall’aria. Sono capaci, infatti, di ripulire l’aria delle nostre città, intrisa di polveri sottili e di anidride carbonica riuscendo a catturare con le loro foglie quasi 4000 chili di CO2 in 20 anni. La farnia, al contrario, non rientra tra le specie arboree considerate mangia-smog”. L’associazione chiede la sospensione dell’intervento e l’istruzione di un processo partecipativo con i cittadini e i movimenti ambientalisti.