7 Agosto 2024

Detenuto di 35 anni si suicida alla Dogaia: è il secondo nel giro di 10 giorni

Era stato trasferito nel carcere di Prato sabato scorso.


Emergenza senza fine alla Dogaia di Prato, dove questo pomeriggio alle 15.30 si è suicidato un detenuto di 35 anni. E’ il secondo nel giro di appena 12 giorni e il terzo del 2024. L’uomo, un tunisino con problemi di natura psichiatrica, era recluso nel reparto di isolamento ed era stato trasferito sabato scorso a Prato da Pisa, per motivi di ordine e sicurezza. A dare questi dettagli, nonché la notizia del decesso, sono stati i sindacati di polizia penitenziaria. “Sale così a 65 la tragica conta dei detenuti suicidi dall’inizio dell’anno in Italia, il secondo in meno di due settimane a Prato. A queste morti bisogna peraltro aggiungere i 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita. Nel giorno in cui il Parlamento varerà un provvedimento vuoto, se non a tratti dannoso, nelle carceri il boia invisibile continua a infliggere la pena di morte di fatto, per di più, scegliendo casualmente la vittima”, dichiara il segretario generale Uilpa Gennarino De Fazio. Sulla notizia interviene il portavoce del Pd Toscana Diego Blasi: “Abbiamo davanti a noi una situazione tragica che chiede un intervento immediato. Alla Dogaia, le condizioni di vita – tra blatte e cimici dei letti, celle senza docce e temperature roventi -, la mancanza di adeguato supporto psicologico e il sovraffollamento stanno contribuendo a una situazione insostenibile. Le parole della deputata di Forza Italia Erica Mazzetti sulla struttura definita ‘accettabile’ sono sconcertanti, così come la bocciatura di oggi, da parte della maggioranza, dell’odg che chiedeva al governo di intervenire per sanare la situazione di crisi della Dogaia”, ha aggiunto Blasi. “Il sistema carcerario non può essere questo: deve rispettare i diritti umani, garantendo condizioni di vita dignitose, un adeguato supporto psicologico e misure per ridurre il sovraffollamento delle carceri, promuovendo al tempo stesso la riabilitazione e il reinserimento sociale dei detenuti”.

Proprio oggi, poche ore prima del suicidio,  la Camera aveva bocciato un ordine del giorno che chiedeva al governo di intervenire per sanare la situazione di crisi della Casa Circondariale di Prato.

“Un altro suicidio nel carcere della Dogaia a Prato. Un’altra vita spezzata, la quarta nell’arco degli ultimi sette mesi. Siamo di fronte al totale fallimento delle istituzioni e dello stato di diritto – ha commentato Marco Biagioni, segretario Pd Prato – .Gli appelli e le iniziative lanciate in queste settimane dalla Camera penale, dalle associazioni e dallo stesso Partito Democratico sono rimasti inascoltati, etichettati come ‘campagna contro il governo’. Spero solo che dopo questa ennesima tragedia il ministro della Giustizia Nordio intervenga con urgenza sulle condizioni di vita e di lavoro all’interno della Casa circondariale di Prato”.

“È evidente che il governo deve fare la sua parte, ma è altrettanto evidente che il Partito Democratico deve smettere di strumentalizzare le tragedie per fini propagandistici. Questo atteggiamento ipocrita, marchio di fabbrica del PD, deve essere stigmatizzato  – ha affermato Leonardo Soldi, capogruppo della Lista Civica Gianni Cenni Sindaco -. La questione dei suicidi nelle carceri è soprattutto una questione di disagio psichico, che deve essere affrontata con adeguata assistenza sanitaria e psicologica, competenza della Regione Toscana”.
“Dieci è il numero di giorni che sono passati da quando, con la Sindaca Bugetti, abbiamo scritto al Ministro Nordio per denunciare la situazione di grave difficoltà nella quale si trova il carcere della nostra città. Ancora attendiamo risposta – ha detto il presidente del consiglio comunale Lorenzo Tinagli – Chiediamo al Governo maggiore attenzione nei confronti di una realtà in profonda sofferenza: lo dimostrano i numeri drammatici anche rispetto alle statistiche del resto d’Italia. Denuncio la situazione di difficoltà de La Dogaia dal 2018.
Il 15 agosto, come ogni anno, sarò in visita assieme ad una delegazione della Camera Penale e ai Radicali Italiani”.
“Quella della Dogaia è una struttura piena di difficoltà, dove gli allarmi per lo stato di alcuni reparti, la mancanza di organico e di quanto la situazione fosse insostenibile erano già stati denunciati sia dal sindacato del settore che dall’Unione delle Camere Penali.
Un carcerato è un soggetto di cui lo Stato è integralmente responsabile ed è anche dalla dignità delle carceri, luogo di pena e di riabilitazione, che si misura la civiltà e la lungimiranza di uno Stato” ha detto l’assessora comunale Chiara Bartalini del M5S.
 “Servono provvedimenti legislativi efficaci e non ‘scatole vuote’ come il decreto carceri voluto dal governo, un provvedimento che non stanzia alcun finanziamento straordinario, lasciando una condizione di non vivibilità all’interno degli istituti di pena. Ancora una volta, siamo di fronte a una vergognosa mancanza di umanità” ha aggiunto il consigliere regionale Marco Martini.
Sulla vicenda è intervenuto anche il governatore della Toscana Eugenio Giani: “È inaccettabile affrontare simili tragedie senza interventi significativi. La situazione di sovraffollamento e carenza di personale e igiene richiede un’azione immediata. Chiediamo nuovamente al Governo e al Ministero della Giustizia di affrontare con decisione queste problematiche, assicurando che le carceri garantiscano la rieducazione dei condannati, come sancito dall’art. 27 della Costituzione” ha detto.