Ha il sapore della beffa l’esito dell’ultimo scorrimento di graduatoria che avrebbe dovuto portare nuove forze di personale amministrativo al Tribunale, sfruttando un concorso di alcuni anni fa. Dei 21 posti per assistente giudiziario che erano stati assegnati a Prato, 20 resteranno scoperti perché le persone a cui è stato offerto l’incarico, hanno declinato. Soltanto una persona ha accettato l’incarico e dovrebbe prendere servizio a settembre.
Resta così irrisolto il problema della carenza di organico che si trascina da anni: su una pianta organica, già sottodimensionata, di 72 unità di personale amministrativo, al Tribunale di Prato lavorano soltanto 45 cancellieri e assistenti giudiziari, figure essenziali per far funzionare i processi e la macchina della giustizia.
“Abbiamo impiegato anni per far capire a livello centrale le difficoltà del Tribunale di Prato, ma ancora la soluzione adottata dal Ministero della Giustizia è insoddisfacente” spiega Walter Vizzini, delegato Funzione Pubblica giustizia della Cgil, che chiede di bandire concorsi su base regionale e per figure professionali ben definite. Come in altre circostanze, infatti, la soluzione del concorsone nazionale per varie figure amministrative a cui vari Ministeri attingono nel corso degli anni ha mostrato tutte le sue falle, anche in altre realtà soprattutto del Centro Nord Italia.
“C’è chi dopo anni ha trovato una nuova occupazione, chi non può permettersi di trasferirsi in un’altra regione a fronte di uno stipendio da 1300 euro al mese e chi ha fatto il concorso mirando ad altri uffici” spiega Vizzini. Oltre al problema organici del personale amministrativo, al Tribunale di Prato è di nuovo emergenza anche sul fronte dei magistrati, visto l’imminente trasferimento di 4 giudici che lasceranno Prato a settembre. Di conseguenza si celebreranno meno processi: nel settore penale, sarà possibile comporre soltanto un collegio e al rito monocratico saranno destinati soltanto 4 magistrati sugli 8 previsti.