“Egregio direttore, riteniamo maturi i tempi per una presa di posizione che metta in campo delle strategie atte a prevenire il dilagare di un malcostume che sta sempre di più prendendo campo”. Inizia così la comunicazione che la Funzione pubblica della Cisl, per voce del segretario Massimo Cataldo, per quanto riguarda Firenze e Prato, e Roberto Rossi per quanto riguarda Pistoia, ha inviato al direttore generale dell’Asl Toscana centro Valerio Mari. L’argomento sono le numerose aggressioni subite da sanitari, ma anche utenti, in ambito ospedaliero. Una storia che va avanti da mesi e che ha portato anche il Nursind, il sindacato che tutela gli infermieri, a chiedere un posto di polizia fisso in ospedale 24 ore su 24 e a preannunciare lo stato di agitazione. Oggi la nota della Cisl, che chiede all’azienda sanitaria di aprire un “tavolo permanente che, coinvolgendo gli organismi preposti alla tutela dell’ordine pubblico e sentite le esigenze segnalate dai rappresentanti dei lavoratori, elabori strategie e metta in campo le adeguate risorse per far sì che queste situazioni di aggressioni vengano prevenute e non si debba intervenire dopo che il danno è fatto”.
“La nostra organizzazione sindacale, ormai da anni, si sta occupando della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori vittime di aggressioni, sia fisiche che verbali – si legge ancora nella comunicazione della Cisl indirizzata all’Asl -. Abbiamo istituito uno sportello antiaggressione, dove i lavoratori si possono rivolgere per segnalare quanto subito, abbiamo anche preso l’impegno di patrocinare eventuali azioni legali che gli aggrediti ritengono di voler portare avanti, ma il sindacato non può e non deve sostituirsi agli organi preposti per garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone, sì, delle persone! Non dimentichiamo che gli operatori della sanità, qualunque ruolo rivestono, siano essi sanitari, tecnici sanitari, tecnici, amministrativi, sono prima di tutto persone”.