Sciopero e presidio oggi a Prato dei dipendenti dello stabilimento Chelab, in via Marradi, per il mancato rispetto del contratto nazionale. “E’ incredibile quello che avviene – sottolinea in una nota Nunzio Martino della Filcams Cgil Pistoia Prato -, il contratto è stato firmato a marzo e l’azienda si rifiuta di applicarlo, di riconoscere ciò che è stato stabilito appena pochi mesi fa. Un comportamento inaccettabile, senza alcuna ragione”. La Filcams insieme a Fisascat Cisl e Uiltucs ha decretato oggi la mobilitazione dei circa 1.500 dipendenti della multinazionale, che su occupa di analisi di laboratorio e servizi di chimica, microbiologia e
biologia per i settori alimentari, ambientale, farmaceutico, cosmetici e beni di consumo, con sciopero per l’intera giornata nello stabilimento principale di Resana (Treviso) e a Prato, e con forme di protesta diverse nelle altre sedi Chelab.
I lavoratori reclamano il mancato pagamento dell’una tantum, 400 euro, divisa in due tranche, prevista dal rinnovato contratto nazionale degli studi professionali, firmato dopo otto anni dalla sua scadenza. La società, osserva ancora il sindacato, ritiene che gli incrementi salariali siano già assorbiti nei cosiddetti “superminimi individuali”, i “premi” riconosciuti ad ogni dipendente. La prima parte – sottolinea il sindacato – dell’una tantum, 200 euro, che doveva scattare a maggio (la seconda tranche è prevista il prossimo anno) non è arrivata in busta paga. “Una posizione insostenibile – aggiunge Martino -, la giurisprudenza è dalla parte dei lavoratori”. Il sindacato continuerà la sua mobilitazione se non ci saranno risposte da Chelab, fino a non escludere la possibilità di attivare vie giuridiche e cause legali se continuerà a non essere applicato il contratto di lavoro.