Piantare semi per far crescere nuove opportunità di lavoro. Il nuovo progetto della coop I Numeri
L'iniziativa, finanziata con fondi europei, prevede l'inserimento di venti persone con disagio mentale in alcune aziende agricole del territorio pratese
«In-orto dove i peperoni fanno il miele». Cosa significa? «Che è un progetto un po’ matto». Scherza Luciano Giusti, presidente della cooperativa sociale I Numeri, nel presentare questa nuova iniziativa pensata per inserire le persone con disagio mentale nel mondo del lavoro e dunque nella società.
È metà luglio, il sole brucia, e così sul grande terreno agricolo in via Donizetti, alle porte di San Paolo, i lavoratori arrivano alle 7 del mattino, quando la giornata non è ancora avvolta dall’afa. Sono una ventina le persone coinvolte nel progetto di agricoltura sociale della Regione Toscana, gestito a Prato dalla cooperativa I Numeri e sostenuto grazie a finanziamenti europei. Sono in maggioranza uomini, ma non mancano le donne, segnalati dal dipartimento di salute mentale dell’Asl per essere inseriti in questa che è a tutti gli effetti una opportunità di lavoro. Siamo nell’azienda agricola Santa Maria, qui si coltivano ortaggi di stagione, ci sono degli alberi da frutto e si producono uova, grazie a un piccolo pollaio realizzato in modo sostenibile con delle cassette di plastica legate assieme. C’è chi pianta insalata, chi raccoglie zucchine, melanzane e pomodori, chi si occupa della tantissime pere, piccole e dolci, che quasi cadono dagli alberi perché arrivate a piena maturazione. È passato poco più di un mese dall’inizio del progetto, il lavoro agricolo è ancora una novità per molti di questi ragazzi, ma si vede già una certa sicurezza nel muoversi nel campo coltivato.
«Il lavoro è un punto di arrivo importante per chi ha un problema di salute mentale – spiega Luciano Giusti – l’agricoltura in questo caso porta in sé un messaggio molto semplice: la persona lavora in un ambiente all’aria aperta e poi ha la possibilità di vedere il risultato del proprio impegno, che va dal seme piantato al prodotto finito, può così vedere le fasi di crescita del prodotto lavorato con le proprie mani, c’è qualcosa di concreto che giustifica la fatica». Giusti tiene a precisare che non si tratta di un servizio, di una semplice occupazione pensata per persone bisognose di un aiuto, ma di un lavoro vero, che può aprire sbocchi importanti nel settore e portare una nuova offerta di prodotti a chilometro zero in città. Ci sono già due punti vendita dove poter acquistare verdure, frutta e uova: uno si trova nella sede della cooperativa I Numeri, in via del Purgatorio, 66/1, aperto il mercoledì pomeriggio dalle 15,30 alle 18; l’altro è all’oratorio di Sant’Anna in viale Piave, aperto tutte le mattine, dalle 7,30 alle 12. «E inoltre siamo già in contatto con due gruppi di acquisto solidale, i cosiddetti “gas”», aggiunge Giusti.
Che in città ci sia un forte interesse verso l’agricoltura locale lo conferma Niccolò Fiaschi, 30 anni, titolare dell’azienda Santa Maria che accoglie i venti lavoratori del progetto di salute mentale. «Ci danno una mano enorme – afferma il giovane imprenditore – altrimenti non riuscirei a mandare avanti l’azienda, poi ovviamente c’è una grande gratificazione a livello personale, perché ho la possibilità di fare qualcosa di utile per la società. È bellissimo lavorare con loro, prendersi cura insieme di una pianta e vederla crescere». Fiaschi è presente con i suoi prodotti al mercato Terra di Prato e dice che da un po’ di tempo le persone sono disposte a pagare anche qualcosa in più per avere verdura di ottima qualità e a chilometro zero. «La domanda è di molto superiore all’offerta, così abbiamo pensato di ingrandirci e a settembre acquisteremo un terreno a Carmignano, di proprietà della cooperativa Humanitas che già lo utilizzava per scopi sociali. Noi continueremo su questa strada», annuncia Niccolò Fiaschi.
Oltre all’azienda Santa Maria, nel progetto della cooperativa I Numeri sono coinvolte altre realtà agricole del territorio pratese: Squilloni di Cafaggio, Selvapiana a Gavigno, l’Oasi Apistica Le Buche a Poggio a Caiano e Animal House, il pensionato per animali domestici. Tra i partner dell’iniziativa ci sono la cooperativa Alice, la cooperativa Humanitas, l’associazione Pangea e l’Università di Pisa, con il compito di fare monitoraggio su tutti i progetti di agricoltura a livello regionale.