16 Luglio 2024

Distretto, sottoscritta l’ipotesi d’accordo per il rinnovo del contratto artigiani: aumenti medi di 172 euro per il settore moda


Importante risultato per i numerosi addetti dell’artigianato del distretto pratese, sia in termini economici che normativi. Le rappresentanze sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e le rappresentanze delle associazioni datoriali di categoria Confartigianato, CNA, Claai, Casartigiani, hanno sottoscritto l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore artigianato della chimica, della moda e della ceramica.
Nei settori sono impiegati quasi 250mila lavoratori di cui 155mila in circa 60mila aziende per l’artigianato Moda e 95mila lavoratori in 40mila aziende per il settore chimico. A livello di distretto pratese coinvolge 705 aziende del tessile, 2391 dell’abbigliamento e 62 del comparto della pelle. Il passato contratto è scaduto il 31 dicembre 2022, l’intesa avrà vigenza fino al 31 dicembre 2026.

Parte Economica – Per quanto riguarda gli aumenti saranno così suddivisi:
Area Moda 172 euro sul terzo livello divisi in 4 tranche: luglio 2024 di 28 euro; gennaio 2025 di 40 euro; ottobre 2025 di 49 euro; ottobre 2026 di 55 euro.
Area Chimica-Gomma Plastica 184 euro sul terzo livello divisi in 4 tranche: luglio 2024 di 28 euro, gennaio 2025 di 40, ottobre 2025 di 49 euro, ottobre 2026 di 67 euro.
Prevista l’una tantum per il periodo di vacanza contrattuale di 110 euro divisa in 2 tranche: settembre 2024 di 55 euro e marzo 2025 di 55 euro.

Parte Normativa – Per quanto riguarda la parte normativa l’intesa sottoscritta prevede molte risposte alle richieste fatte in piattaforma, tra cui: aumento del limite massimo del periodo di conservazione del posto di lavoro in caso di malattia da 21 a 24 mesi e di ulteriori 90 giorni per lavoratori con disabilità certificata ex L. n°68/99.
Inoltre, nell’accordo è prevista l’istituzione della Commissione per la riforma dell’inquadramento, l’inserimento delle linee guida per il Lavoro Agile e la regolamentazione per l’attivazione della Banca Ore Solidali a tutela di comprovati e documentati casi di gravità e necessità.
In tema di contrasto alla violenza di genere viene recepito “l’accordo quadro europeo sulle molestie e le violenze nei luoghi di lavoro”, inoltre, in aggiunta a quanto previsto
dalla normativa vigente, sarà previsto un mese retribuito al 60% a carico delle aziende per le lavoratrici inserite nei percorsi di protezione. Infine, l’accordo prevede l’aumento a 6 euro degli scatti di anzianità per gli apprendisti e l’incremento della percentuale di maggiorazione prevista per l’attivazione degli accordi di flessibilità dal 10% al 12%.
Al termine della trattativa è stato sottoscritto un Avviso comune che impegna le parti a promuovere azioni condivise verso le istituzioni a sostegno del settore Moda.

“Non siamo né pazzi né benefattori. Il rinnovo del contratto, si basa un dato oggettivo, l’indice IPCA (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato, al netto dei beni energetici importati) un parametro utilizzato per misurare la variazione del costo della vita assunto da anni dalle parti come parametro oggettivo per tutti i tipi di contratto dell’artigianato” così Moreno Vignolini, presidente di Confartigianato Moda nazionale (nella foto sopra), riferendosi agli aumenti concessi. “Tale indice risente ovviamente dell’inflazione che in questo momento è particolarmente alta. A fronte di una richiesta iniziale dei sindacati di 200 euro legati a un indice del 14% circa, abbiamo cercato di contenere l’aumento, consapevoli del difficile momento attraversato attualmente dalle aziende del settore. La trattativa ci ha portato a individuare un punto di non caduta su valori vicini all’indice IPCA del mese di giugno che si aggirava intorno al 12 %. Un accordo che abbiamo stretto nella convinzione dell’importanza del rapporto tra lavoratori e titolari tipico dell’azienda artigiana assimilabile a una famiglia allargata, modello unico in Italia. Si tratta inoltre di un segnale per avvicinare sempre più i giovani al mondo del tessile e della moda. Resta inteso tuttavia che se tutto questo non verrà supportato dalle più volte invocate politiche di intervento da parte del Ministero del Made in Italy, col quale è in programma un tavolo della moda il 6 agosto prossimo, molti lavoratori non riceveranno tali aumenti perché molte aziende saranno purtroppo costrette a chiudere i battenti”.

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