“Abbiamo sbagliato. Ha sbagliato la Lega, ha sbagliato una coalizione, unita fin dal primo momento, ma appiattita su una candidatura e con un suo team incapace di coinvolgere gradualmente o per scossoni, una parte consistente dell’elettorato e delle forze moderate e di centrodestra. Lo dicono i numeri. Tanti nostri elettori sono rimasti a casa”. All’indomani del voto che ha visto sconfitto il centrodestra, la Lega passa all’attacco. Il Carroccio di Prato, che esce da questa tornata di amministrative con il 2,97% di preferenze e un solo consigliere eletto, fa un’analisi che non risparmia né la coalizione né il candidato sindaco.
“La lista Cenni ha svolto il solo compito di fagocitare i voti degli altri partiti della coalizione e il ballottaggio, dalla prima all’ultima delle schede scrutinate, non è mai stato all’orizzonte. Non sono bastati, neanche per arrivare al ballottaggio, quattro mesi di campagna elettorale in larga parte liberissima, una coalizione unita, un quadro politico nazionale favorevole, non battersi contro un sindaco uscente ma contro una nuova candidata che, per quanto valida, è scaturita da grandi lacerazioni interne al Pd. Come dire che il confronto e le lacerazioni, a costo di partire in ritardo come Bugetti o come Spada cinque anni fa, se hanno alla base persone e progetti validi, portano più frutto di una monotona primavera interrotta soltanto da tanti aperitivi con la stessa compagnia di giro. Di questo, come centrodestra e come Lega, dobbiamo prendere atto”, dice la Lega, che attacca, primo tra tutti, il sottosegretario Giorgio Silli: “Avevamo un quadro assolutamente propizio davanti e invece siamo a fare i conti con una sconfitta clamorosa e totale, dai molti padri. Primo fra tutti il nostro Celestino V che ha preferito le feluche e gli onori della Farnesina anziché spendersi in prima persona. Poi il nostro candidato, che si è speso con impegno, ma col vizio d’origine, mai sanato in 120 giorni, di non poter incarnare una proposta vincente, essendo lui stesso parte di una classe politica già sonoramente bocciata degli elettori dieci anni fa e, per giunta, pressoché scomparsa a destra come a sinistra con queste elezioni. Non è riuscito ad accendere i cuori, se non in pochi nostalgici del suo omonimo, credendo bastassero, credendo bastasse un richiamo alla Pratesità d’antan, senza accettare che la città, da tempo, è diventata altro, elettori compresi.
Poi, viene il padre, che non abbiamo mai capito bene chi fosse, di una comunicazione priva di slanci, incapace di rimediare a questo vulnus ma capacissima di relegare il candidato nel rappresentante di una storia e di una proposta tanto opache da non ricompensarlo neppure dello sforzo fatto”.
“E poi la Lega. Abbiamo accettato, sbagliando, una conduzione e una comunicazione rivolte soltanto alla lista del candidato e tese costantemente a mettere, per quanto possibile, in ombra il nostro
partito. Lo abbiamo fatto per non alimentare polemiche, convinti che comunque ci sarebbe potuto essere un buon risultato. Avremmo invece dovuto far saltare i tavoli, anche perché peggio di così non sarebbe potuta andare. E di questo non possiamo che scusarci con militanti ed elettori”, conclude la Lega di Prato.