Da funzionario di Confcommercio a candidato sindaco della città nel 2019, andata e ritorno: è la parabola di Daniele Spada, che oggi ha dato il suo addio alla politica per tornare in seno all’associazione dopo cinque anni di aspettativa. Spada ha lasciato il consiglio per forza di cose, non essendo stato rieletto a questa tornata elettorale, e lascia volontariamente il ruolo di segretario provinciale della Lega. Come spiega il diretto interessato, il lavoro a contatto con le aziende che svolge quotidianamente è incompatibile non formalmente ma sostanzialmente con la politica. “O vincevamo le elezioni e potevo pensare di entrare in giunta oppure avevo già detto che sarei tornato al mio lavoro”, ha detto Spada, il quale assicura che avrebbe dato le dimissioni anche se fosse entrato in consiglio, dove a rappresentare il Carroccio per i prossimi cinque anni ci sarà Claudiu Stanasel. Spada assicura che le ultime polemiche all’interno della coalizione di centrodestra in seguito alla sconfitta di Gianni Cenni non hanno impresso alcuna accelerata alla sua decisione di dare addio alla politica. In un comunicato molto duro, il direttivo della Lega di Prato aveva attaccato candidato sindaco e alleati. Quegli alleati con cui Spada dice di essersi lasciato tutto sommato bene: “Ho buoni rapporti con la maggioranza, figuriamoci con i colleghi di opposizione”, dice. Adesso la Lega pratese finirà nuovamente nelle mani di un commissario, prima di andare a congresso per eleggere un nuovo segretario, presumibilmente in autunno.
Per un rappresentante (ormai ex) del centrodestra cittadino che cambia vita, ce n’è un altro che riflette sulla sconfitta, quella dei capoluoghi toscani al voto, andati tutti alla sinistra: la deputata di Forza Italia Erica Mazzetti esorta il centrodestra toscano a “ripartire dalle idee concrete”. “Come hanno dimostrato queste amministrative in più casi, tra cui Prato e Firenze, le operazioni ‘a tavolino’ e non figlie del territorio, non funzionano. Sento troppo parlare di nomi in vista delle Regionali è prematuro”, dice la parlamentare, che conclude lapidaria: “Valorizziamo le persone e non le bandierine, altrimenti siamo destinati a ripetere gli stessi errori”.