Torna a casa dopo un lungo restauro la Madonna con Bambino in trono di Pietro Pezzati, che adesso può essere nuovamente ammirata nel piccolo Oratorio Santa Madre di Dio in via Roma, che faceva parte del complesso residenziale della famiglia Cipriani ceduto al Comune nel 1956. Per la piccola chiesa, destinata alla Parrocchia di Grignano, il pittore Pietro Pezzati nel 1876 dipinse la bella Madonna con Bambino, che richiama nell’impostazione antiche composizioni quattrocentesche.
Il lavoro di ripristino dell’opera è stato possibile grazie ad una collaborazione fra il Comune di Prato e il Diözesanmuseum di Freising, in Germania: il museo bavarese ha accettato di sostenere la spesa del restauro in cambio del prestito – l’anno scorso, per la mostra Verdammte Lust! Kirche. Körper. Kunst – del dipinto Noli me tangere di Battistello Caracciolo, che fa parte della collezione permanente del Museo di Palazzo Pretorio.
Questo il commento di Rita Iacopino, direttrice del Museo di Palazzo Pretorio: «Il restauro di un’opera d’arte, che adesso torna a disposizione di tutti i pratesi, è sempre una buona notizia. Ancora di più se questo avviene grazie ad uno scambio culturale, che conferma l’importanza della rete di rapporti che il Museo di Palazzo Pretorio ha stretto in questi anni con i principali musei nazionali e internazionali. Perché l’arte non ha confini e deve essere a disposizione di tutti».
Christoph Kürzeder, Direttore del Diözesanmuseum Freising-München, dichiara: «Il Diözesanmuseum Freising-München opera, sin dalla sua riapertura avvenuta nel 2022 dopo otto anni di restauri e ammodernamenti, collaborando con Musei e Istituzioni culturali nazionali e internazionali al fine di realizzare mostre frutto di studi e ricerche, per promuovere, attraverso l’arte e la cultura, quei processi di crescita, sviluppo sociale e consapevolezza individuale di cui l’Arcidiocesi di Monaco di Baviera e, in particolare S.E. il Cardinale Reinhard Marx, si sono resi testimoni attivi. Con grande passione, S.E. il Cardinale si è espresso più volte in merito alla cultura come “lo strumento per salvare il mondo”. In quest’ottica, non solo le mostre del Diözesanmuseum affrontano temi complessi con l’aiuto del linguaggio universale dell’arte, ma contribuiscono a creare relazioni e ad attivare progetti a latere delle mostre stesse, come restauri, pubblicazioni, ecc. che i partner-prestatori, di volta in volta, sottopongono all’attenzione della Direzione del Diözesanmuseum. Una partnership di questo genere si è andata consolidando nel tempo fra il Museo di Palazzo Pretorio, in particolare con la sua Direttrice Rita Iacopino, il Comune di Prato col suo Assessorato alla Cultura, e il nostro Museo; è dunque motivo di piacere e orgoglio per il Diözesanmuseum Freising-München, condividere questo momento di festa d’arte e cultura. La ricollocazione del dipinto Madonna con Bambino in trono di Pietro Pezzati nella sua sede originaria, è il risultato di una collaborazione ricca di significati: è frutto di “diplomazia culturale” e comunione d’intenti fra due Paesi che parlano la stessa lingua: quella del rispetto per le tradizioni e l’amore per la Bellezza pura. Con il progetto espositivo destinato all’Anno giubilare 2025, il Diözesanmuseum Freising-München affronterà il delicato tema della “devozione privata” anche grazie a una nuova e stimolante collaborazione con il Museo di Palazzo Pretorio a Prato: sarà un grande evento, ancora una volta di “diplomazia culturale”, quello che si verificherà a Diözesanmuseum: sarà una Città, Prato, che si sposta nel tempo e nello spazio per raggiungerne un’altra, Frisinga-Monaco di Baviera, pronta ad accoglierla con i giusti onori per rinsaldare i forti legami di comunione culturale e amicizia che già le uniscono».
L’Assessore alla Cultura dichiara: «La collaborazione con il Diözesanmuseum, che continuerà nel tempo a beneficio della città, mostra la capacità del Museo di Palazzo Pretorio di creare connessioni e collegamenti grazie al suo patrimonio e attraverso le competenze».
Il lavoro di restauro, avviato nel marzo del 2023 dallo Studio di restauro Mariotti e Cappelli, è stato lungo e meticoloso: il dipinto si presentava in un pessimo stato di conservazione, e il supporto tessile era caratterizzato da fori e piccole lacerazioni; addirittura, conficcata nella parte superiore del telaio ligneo è stata rinvenuta una scheggia di una bomba esplosa in prossimità dell’Oratorio durante la seconda guerra mondiale e arrivata, forse attraverso le finestre, fino al dipinto. Non solo: l’azzurro del manto della Vergine mostrava segni di degrado significativo, il colore era fortemente crettato ed era prossimo al distacco definitivo.
A più riprese sono stati necessari delicati interventi per la rimozione dello spesso strato di sporco depositatosi sulla superficie, un insieme di nero fumo, particellato e protettivi ossidati. L’opera è stata quindi protetta con velinature per poter affrontare il trasporto nel laboratorio ed è stata sottoposta al consolidamento degli strati pittorici, ottenendo così oltre all’adesione anche il distendersi delle parti di colore più sollevate. Le lacerazioni e i fori sono stati risanati e successivamente il supporto tessile è stato trattato con un materiale composito ottenuto da una particolare specie di alghe che dovrebbe assicurare protezione anche negli anni a venire. Per mezzo di strisce di tela incollate perimetralmente è stato ritensionato sul telaio originale e dopo un’impegnativa pulitura delle superficie pittorica è iniziata la fase del recupero delle leggibilità dell’opera. Sono state stuccate le innumerevoli lacune di colore e preparazione, stuccature che sono state ritoccate cromaticamente con tecniche ad imitazione e tecniche riconoscibili.
La bellissima cornice in oro zecchino era in uno stato di conservazione ancora peggiore rispetto alla tela; ha richiesto anch’essa una serie di operazioni piuttosto complicate quali la rimozione dello sporco e di una ridipintura in finto oro, la fermatura e l’incollaggio di quasi tutte le decorazioni aggettanti nonché la ricostruzione per mezzo di stampi delle numerose parti mancanti.
PIETRO PEZZATI
Pietro Pezzati fu pittore e restauratore e da giovane si fece conoscere al fianco di Antonio Marini, che lo indirizzò alla carriera artistica. Alla morte del maestro, Pezzati ne raccolse l’eredità e cominciò a ricevere incarichi di restauro e di lavori, tra cui quelli da parte del Capitolo della Cattedrale di Prato: fu Pezzati a riscoprire nel 1871, durante gli interventi di demolizione dell’altare vasariano nella cappella dedicata all’Angelo Custode, l’affresco raffigurante Iacopone da Todi, attribuito a Paolo Uccello, che fu da lui staccato dal muro e rimontato su tela. Negli stessi anni il Comune di Prato stava ampliando la Galleria Comunale, nata nel 1858 grazie all’impegno di Gaetano Guasti, e chiamò Pezzati con Eustachio Turchini a decorarne la volta (1869-1870). Dal 1870 al 1872 furono affidati a Pezzati i lavori di restauro e di rifacimento del fregio del salone consiliare e nella stessa sala dipinse una lunetta a finto mosaico con santo Stefano protomartire. Particolarmente attivo a Prato, oltre che a Firenze, Livorno e Siena, non frequentò l’Accademia di Firenze, ma vi espose e prese parte a numerose mostre organizzate nel capoluogo toscano, dando prova del suo talento, tanto che Cesare Guasti lo scelse per insegnare disegno alla figlia Angiolina. Nel ricordare il pittore appena dopo la sua morte, avvenuta il 7 gennaio 1893, Guido Carocci mise in luce le sue doti di “operosità”,”assiduità” e “amore al lavoro”, unite a “ mitezza di carattere e semplicità di modi”.