L’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, finito ai domiciliari per l’inchiesta sulla presunta corruzione che una settimana fa ha portato in carcere il comandante della compagnia dei carabinieri di Prato Sergio Turini, si è avvalso delle facoltà di non rispondere oggi in occasione dell’interrogatorio davanti al gip Anna Liguori ma ha fatto dichiarazioni spontanee negando l’accusa di corruzione.
Matteini Bresci, ad del Gruppo Colle, ha affermato di non aver mai dato, nè promesso alcun tipo di utilità al colonnello Turini in cambio di atti di ufficio di quest’ultimo. L’indagato ha sollecitato poi il suo difensore Piermatteo Lucibello a fare indagini difensive sui reati ipotizzati dalla Procura antimafia di Firenze.
Nell’inchiesta, incentrata sui presunti favori di Turini a imprenditori italiani e cinesi, Matteini Bresci è indagato per corruzione: avrebbe pagato un viaggio negli Usa al figlio dell’ufficiale dei carabinieri e chiesto al sottosegretario Giorgio Silli di impedire il trasferimento dell’ufficiale. L’avvocato Lucibello ha presentato ricorso al tribunale del Riesame per la revoca della misura cautelare.
Ha invece risposto, da remoto per due ore alle domande del gip, Roberto Moretti, il titolare di un’agenzia investigativa di Torino, anche lui arrestato e accusato di corruzione. Moretti, secondo quanto appreso, avrebbe parlato dell’amicizia di lunga data che lo lega a Turini, che è collega del fratello. Anche lui, attraverso l’avvocato Flavio Campagna, e Turini, con l’avvocato Giovanni Renna hanno presentato ricorso al Riesame.