14 Giugno 2024

Inchiesta corruzione, concessi di domiciliari al tenente colonnello dei Carabinieri Sergio Turini


Lascia il carcere e va ai domiciliari con il controllo del braccialetto elettronico il tenente colonnello Sergio Turini, comandante della compagnia carabinieri di Prato, arrestato il 31 maggio con l’accusa di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico. Lo ha deciso il Tribunale del riesame che ha sostituito la misura della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari. Resta in carcere Roberto Moretti, titolare di un’agenzia investigativa di Torino, a sua volta accusato di corruzione. In questocaso il Riesame ha rigettato l’istanza del suo difensore. Ai domiciliari era finito anche l’imprenditore pratese Riccardo Matteini Bresci. Per lui il difensore Pier Matteo Lucibello ha chiesto la revoca della misura. L’istanza sarà discussa martedì 18 giugno al Riesame.

Turini, secondo l’accusa, si sarebbe messo a disposizione di imprenditori amici, italiani e cinesi, accedendo abusivamente al sistema banca dati delle forze dell’ordine per fornire informazioni. Almeno 99 gli accessi individuati. In particolare avrebbe fornito a Matteini Bresci informazioni su indagini, coperte da segreto, relative a dipendenti e notizie su industriali. In cambio, L’imprenditore avrebbe pagato un viaggio negli Usa al figlio del tenente colonnello e interceduto con il sottosegretario agli affari esteri Giorgio Silli perché si attivasse con il comando generale dell’Arma dei carabinieri per garantire la permanenza di Turini a Prato. Sempre il tenente colonello, secondo l’accusa, avrebbe procacciato clienti all’amico Roberto Moretti fornendogli informazioni ricavate abusivamente dalla banca dati in uso alle forze dell’ordine in cambio di bottiglie di vino del valore di oltre 1.800 euro.

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