La Fondazione Biti lancia tre borse di studio per studenti universitari e un nuovo servizio di orientamento al mondo del lavoro

Questa mattina open day dell'ente nato nel 2007 per sostenere i giovani, gli insegnanti e le scuole cattoliche di Prato. Presentato il bando delle borse di studio per l'anno accademico 2024-2025


Sono quattordici gli studenti laureati grazie al sostegno economico della Fondazione Scuole Cattoliche Gianni e Fiora Biti, ente nato nel 2007 per aiutare le giovani generazioni nell’ambito dell’educazione e della formazione. Da allora sono state attivate ventisei borse di studio, per altrettanti ragazzi e ragazze, per un totale di 207mila euro. L’impegno della Fondazione è confermato anche per l’anno accademico 2024-2025 con tre borse di studio (una in più dello scorso anno) da 2500 euro ciascuna, rivolte a studenti neo iscritti all’Università, bisognosi di un aiuto economico.

Il bando è stato presentato nel corso dell’open day che si è tenuto questa mattina nel complesso di San Francesco a Prato, all’interno della cappella Migliorati, alla presenza del vescovo Giovanni Nerbini e dei rappresentanti delle istituzioni scolastiche ed educative del territorio pratese: assessorato all’istruzione del Comune, Coordinamento scuole cattoliche, Pin e Rispo (la rete dei dirigenti scolastici).

«Abbiamo voluto dare un nuovo contributo al futuro della città – ha spiegato Irene Sanesi, presidente della Fondazione Biti –, ci sono stati anni in cui riuscivamo a far uscire una borsa di studio, poi due, adesso sono tre. Si tratta di un segnale di speranza, sapendo quanto sono importanti la formazione e l’educazione dei giovani». «Come vescovo – ha sottolineato monsignor Nerbini – ho sempre segnalato, tra le mie preoccupazioni, quella per i neet, i giovani che non studiano e non lavorano, che in Toscana sono il 13,8% dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni. È un dato che a me spaventa. Per questo ben vengano iniziative e progetti come quelli promossi dalla Fondazione Biti, che si adopera affinché l’opportunità di poter studiare venga data a chi ha risorse intellettuali e allo stesso tempo ha bisogno di un aiuto concreto per andare avanti».

 

 

Il bando 24-25. Come ha spiegato Edoardo Gori, incaricato della Fondazione per i bandi, «i destinatari sono studenti iscritti al primo anno e per la prima volta all’Università. Devono avere meno di 23 anni, essere residente a Prato e avere un Isee familiare non superiore a 30mila euro». Per partecipare occorre inviare la domanda entro e non oltre il 31 ottobre. Le borse sono rinnovabili annualmente e possono durare per tutto il percorso universitario a queste condizioni: lo studente deve aver assolto almeno l’80% dei crediti formativi previsti dal piano di studi e aver conseguito una media non inferiore a 24 trentesimi. Tutte le informazioni sono contenute sul sito web della Fondazione.

Le testimonianze dei borsisti. A confermare l’importanza avuta dalla Fondazione Biti nel proprio percorso di studi, hanno portato le loro testimonianze quattro giovani pratesi, oggi laureati, che hanno avuto la possibilità di usufruire delle borse di studio. Lucia Goanta, 32 anni, oggi lavora all’ospedale Regina Elena di Roma come radioterapista, Michele Visconti, 24 anni, è fresco laureato in linguistica con il sogno di fare l’insegnante, Derio Bacci, ingegnere di 33 anni, che ha ringraziato la Fondazione non solo per il sostegno, ma anche «per l’accompagnamento ricevuto nei momenti difficili. C’era sempre qualcuno disponibile», e Laura Incollingo, storica di 32 anni, ricercatrice alla prestigiosa università di St. Andrews in Scozia, dove sta per pubblicare la sua prima monografia.

 

 

Tra conferme e novità. Tra le finalità della Fondazione ci sono anche quelle del sostegno alle scuole paritarie cattoliche di Prato, aiutate con oltre un milione e mezzo di euro dal 2007 a oggi, e l’organizzazione di corsi di formazione per docenti, sia statali che paritari, coordinati dalla vice presidente della Fondazione Cristina Magelli. Ma c’è una novità, tra gli ambiti di interesse e di impegno si inserisce anche quello per il mondo del lavoro, grazie alla collaborazione con la Camera di Commercio di Pistoia e Prato, nata per creare connessioni tra i giovani e le aziende del territorio. «L’orientamento dei giovani verso le professioni è uno dei nostri ruoli istituzionali – ha detto Rolando Galli, vice presidente della Camera di Commercio di Pistoia e Prato – e la proposta della Fondazione Biti ci ha trovato subito concordi. Formare professionalità sulla base delle richieste delle aziende è oggi fondamentale».