24 Maggio 2024

Formazione in campo tessile, Bugetti: “Al Comune un ruolo di coordinamento per i percorsi”

La proposta della candidata sindaca di centrosinistra per salvaguardare il ricambio generazionale nel distretto


“La formazione della manodopera specializzata sta diventando una priorità assoluta per il distretto tessile. Di fronte alle difficoltà del ricambio generazionale, i correttivi messi in campo faticano a tenere il passo dei numerosi e continui pensionamenti, con il rischio che si perda la cinghia di trasmissione per il trasferimento delle competenze e del valore culturale. Per questo il Comune di Prato può avere un ruolo strategico di coordinamento delle varie azioni in campo in stretta sinergia con gli enti formativi e le associazioni di categoria. L’obiettivo è mettere a sistema e potenziare i percorsi già esistenti tra teoria e soprattutto pratica che nel manifatturiero è fondamentale”. La proposta della candidata sindaca del centrosinistra Ilaria Bugetti è proprio questa: aiutare l’offerta di lavoro nel tessile a incontrare la domanda coordinando i percorsi già in essere a cominciare da quelli finanziati dalla Regione, migliorando i passaggi che intercorrono tra il periodo di formazione e la contrattualizzazione in azienda e infine favorendo l’integrazione tra imprese nell’organizzazione della formazione pratica. Inoltre, sulla scia dei percorsi della Regione già declinati sui territori, è necessario attuare una formazione fatta su misura delle esigenze delle imprese. “In questi anni – afferma Bugetti – il Comune di Prato ha dimostrato di saper coordinare le politiche a sostegno del distretto. Lo ha fatto per i bandi finanziati dai dieci milioni di euro del governo Draghi per rendere più competitivo il distretto, per il marchio del cardato riciclato pratese che recentemente ha depositato in stretta collaborazione con le imprese del settore e in generale per sostenere le politiche di economia circolare in stretto dialogo con il governo nazionale ed europeo. Può farlo anche per la formazione in campo tessile. Ci credo moltissimo. Possiamo aiutare il distretto ad avere un futuro e allo stesso tempo dare una risposta ai bisogni lavorativi della popolazione. C’è un tema occupazione che chiede risposte su entrambi i fronti, quello delle imprese e quello della forza lavoro. Il Comune può e deve farsi carico del problema perché ne va del futuro della città. Prato e il distretto tessile sono e devono restare una cosa sola.”

Bugetti ha presentato la sua proposta al Maglificio Bartolini, realtà che conta 30 dipendenti e una storia di qualche decennio. A breve il maglificio si sposterà a Montemurlo in una nuova sede. Il titolare, Massimo Bartolini, propone di utilizzare l’attuale immobile di Galciana per una scuola di formazione che veda il coinvolgimento a rotazione dei dipendenti senior delle aziende coinvolte in modo da trasmettere le proprie conoscenze a chi ha deciso di intraprendere questa strada. “Sarebbe utile per tutti, per noi e per le aziende della filiera. – afferma Bartolini – Ormai non è più un problema ma una necessità. Dobbiamo trovare una soluzione che renda il meccanismo immediato e senza lungaggini burocratiche. Chi esce da questi percorsi deve essere pronto a essere operativo in azienda da subito. Io ci credo moltissimo anche perché in questi anni ci ho investito tempo e risorse. Ho potuto conoscere storie bellissime di riscatto e di rinascita e avere al nostro fianco validissimi collaboratori che con il tempo sono cresciuti. Ora è arrivato il tempo di fare un salto in avanti in più che dia organicità e sistematicità alla formazione. Serve anche a normalizzare il mercato del lavoro che a causa della mancanza di manodopera specializzata tende allo squilibrio. Si parte dall’appassionare le persone a questo mondo e poi si deve proseguire spediti nel percorso di crescita”. Il punto di formazione lanciato da Bartolini è pensato per la maglieria, ma una volta trovata la quadra, niente vieta di replicare il modello per tutti gli altri ambiti operativi del distretto: “C’è una filiera da salvaguardare. – conclude Bugetti – La dobbiamo proteggere dalla concorrenza sleale e tutelare nella sua specificità trasmettendo le conoscenze nella formazione della manodopera”.