L’addio al ragazzo morto in moto, la madre: “Ricordatelo sempre”
Tanti ragazzi, cori e rombo di motori per il saluto a Tommaso Comelei
Il ricordo è anche un segnalibro con la foto e il nome di Tommaso, una moto stilizzata e una frase di Roosevelt sul coraggio e la forza. Il ricordo è la dolente sfilata dei compagni di classe all’ambone della chiesa e la voce della ragazza che legge il pensiero di ciascuno di loro. Il ricordo sono le parole della direttrice didattica, dell’insegnante e quelle della fidanzata di Tommaso, volto solare, che racconta le certezze già ricevute da quell’amore reciso appena sbocciato, eppure in grado di produrre tante emozioni, progetti e sogni ricambiati. Il ricordo è ciò che Daniela, la mamma di Tommaso, ha chiesto attraverso la voce di Maria Grazia Ciambelotti, comparsa per ultima al microfono a ringraziare tutti e a porgere a ciascuno la preghiera della madre: Ricordate Tommaso, ricordatelo sempre, anche pregando, ricordatelo.
Il ricordo è la consolazione che resta di un ragazzo strappato a diciott’anni alla vita dopo una breve corsa in moto, il sabato sera. Restano frammenti di passato troppo piccoli rispetto al futuro che ci sarebbe stato e non sarà e il ricordo è il granello di dolcezza che contrasta il macigno del dolore.
Non è stato un addio triste, ma un saluto pieno di vita, quello per Tommaso Comelei, ieri, 15 aprile, nella chiesa di Tavola. I compagni di scuola della V c del Datini corso cucina e della Scuola d’arte Brunelleschi, gli amici del paese, i loro cori, la musica lieve dell’assolo di violino suscitavano speranza, non lacrime nella navata invasa dalla luce primaverile. Fuori, il rito che i motociclisti esibiscono nei giorni tristi: la lunga fila di caschi, le moto affiancate e il gas a manetta, col rombo che sale in cielo come un urlo di disperazione e l’odore di piombo che smorza l’incenso. Riti che arrivano da lontano, visti nei film per consumati bikers dalle chiome bianche, barbuti, chiodati, ma che triste la replica per un ragazzo ancora un po’ bambino.
Meno di un anno fa, in questa stessa chiesa la famiglia Comelei partecipava al funerale di Aldo, capofamiglia portato via dalla malattia a 51 anni, uomo di motori, apprezzato meccanico. Avvolto dall’amore della moglie, dei figli che lo circondavano nel letto d’ospedale quasi ogni sera. Undici mesi dopo, l’addio al ragazzo. Don Giovanni e don Alessandro univano il dolore non ancora lenito con quello sopraggiunto facendo forza a Daniela e al figlio Matteo. Vivranno l’uno per l’altra, ora, circondati dall’affetto di Tavola, da parenti da sempre strettissimi, a cominciare da Maria Grazia Ciambellotti, già assessore all’istruzione del Comune; dai datori di lavoro di Daniela, premurosi con lei e per questo ringraziati a fine messa. Per chi resta, l’invito al ricordo, a non dimenticare Tommaso, i dolori, il dolore. Daniela ha scelto per Aldo e Tommaso il punto più centrale e baciato dal sole, nel camposanto di Tavola. Perché chiunque entri li veda. E ricordi.